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III Domenica del Tempo Ordinario – Gesù ci vede e ci chiama

III Domenica del Tempo Ordinario – Gesù ci vede e ci chiama

Riprendiamo il cammino con il Vangelo di Matteo: subito dopo la trilogia iniziale, predicazione del Battista, battesimo e tentazioni di Gesù, ha inizio l’attività pubblica di Gesù.

Matteo inserisce in questa sezione una citazione di Isaia. Gesù si ritira a Cafarnao, nell’antico territorio delle tribù di Zabulon e di Neftali. In questo territorio umiliato anche dalle deportazioni assire come racconta Isaia tornerà a splendere la luce. Ma l’annuncio messianico si attendeva dal cuore del regno, da Gerusalemme e invece parte da una regione periferica, generalmente disperezzata e considerata contaminata dal paganesimo, la cosiddetta Galilea delle Genti o dei Pagani.

Matteo vede nel testo di Isaia il compimento di quell’antica profezia che rivela la natura del messianismo di Gesù, una chiamata alla salvezza di tutti i popoli, nessuno escluso.

All’invito alla conversione segue la chiamata dei primi discepoli, riportata dai quattro evangelisti seppure con sfumature diverse.

Gesù vede due fratelli, due pescatori, Pietro e Andrea, e li chiama: non viene specificato il tempo in cui è collocato il racconto. La chiamata avviene nella quotidianità, quando meno te lo aspetti. Matteo sottolinea il verbo vedere: da una realtà indiferenziata e anonima Gesù mi vede e mi chiama.

Perchè mi chiama? Perché proprio me? Gesù ci vede semplicemente perché ci ama e la nostra santità consiste nell’essere avvolti dal suo amore. Grazie a quello sguardo Pietro e Andrea hanno lasciato tutto, grazie a quello sguardo anche noi siamo chiamati a diventare pescatori di uomini, costruendo quel popolo di Dio aperto ad accogliere tutti, anche i territori di Zabulon e Neftali dei giorni nostri.

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