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I Domenica di Avvento – Vegliate e cercate l’essenziale

I Domenica di Avvento – Vegliate e cercate l’essenziale

Inizia un nuovo anno liturgico accompagnato dall’Evangelista Matteo.

Oggi la liturgia ci propone alcuni versetti del capitolo 24, il quinto e ultimo discorso, con cui è strutturato il primo vangelo.  Questo discorso comprende i capitoli 24 e 25 ed è detto escatologico, perché ha per oggetto il fine ultimo della storia. Si possono dividere i due capitoli in quattro sezioni:  annuncio sulla fine di Gerusalemme, profezia sulla venuta finale di Gesù, appello di Gesù a vivere in attesa e vigilanza (qui è collocato il vangelo di oggi), il giudizio finale.

Per comprendere bene il quadro di questo discorso bisogna partire dalla domanda che i discepoli fanno a Gesù sul monte degli Ulivi: “dicci quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta”.

Nel brano di oggi, che senza il quadro completo sembra iniziare in maniera brusca, Gesù esorta i discepoli a vegliare ed a stare pronti: questo non significa che il giorno del Signore sia oggi o domani, ma che tutta la storia è immersa nell’imminenza delle ultime cose.

Il tempo è sempre importante e decisivo, non perché è breve, ma perché è ricco di occasioni dalle conseguenze incalcolabili. E’ sempre in agguato il rischio che distratti dalle cose secondarie e non attenti all’essenziale, non sappiamo scorgere i momenti propizi di cui la vita è ricca.

Cosa significa allora vigilare? Che tutta la nostra vita è un avvento, a noi il compito di riconoscere e accogliere le tante venute di Gesù nella vita di tutti i giorni, per prepararci meglio all’ultima venuta.

E se nella venuta è compreso anche il tema del giudizio, non dimentichiamo che “Dio ci giudica amandoci”, come scriveva da Cardinale Papa Francesco. Parusia significa venuta e presenza: si attende la venuta di Colui che è già presente. Questa è la vita del cristiano.

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