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XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Occhi per vedere e per amare

XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Occhi per vedere e per amare

Dopo la prima parabola del capitolo 16, quella dell’amministratore lodato per la sua scaltrezza, oggi la liturgia ci propone la seconda, quella del ricco Epulone e del povero Lazzaro.

Anche questa parabola tratta del tema della ricchezza.

Il primo personaggio è un uomo ricco, che ogni giorno si dà a grandi banchetti, chiamato per questo Epulone, anche se nel vangelo non è indicato il suo nome. Ha un nome invece il povero, Lazzaro, che significa “Dio ha aiutato”.

Non era una scena inusuale a quei tempi un povero che aspetta alla porta di un ricco, per cibarsi delle briciole avanzate. Quando però arriva la morte la situazione dei protagonisti si capovolge.

Gesù ci dice che per avere la garanzia della salvezza non basta appartenere alla stirpe di Abramo, come sostenevano alcuni maestri. Altri pensavano che ognuno nella vita ricevesse la vita che meritava: la ricchezza era segno della benevolenza di Dio, ma Gesù ci dice che Dio prende le difese dei diseredati.

Il ricco non viene condannato perché è cattivo o violento, ma perché non vede il povero che chiede alla sua porta. Allo stesso modo vivono i fratelli, il loro vivere da ricchi li rende ciechi davanti ai poveri e alla Parola.

Chiediamo al Signore occhi capaci di vedere Lazzaro, in famiglia, al lavoro, in comunità, per dare ai Lazzaro che incontriamo comprensione, amore, conforto.

 

 

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