XXV Domenica del Tempo Ordinario – Amministrare la nostra fede con prontezza
Dopo le tre meravigliose parabole di domenica scorsa, la Liturgia ci offre la prima delle due parabole contenute nel capitolo 16.
L’amministratore astuto viene lodato dal padrone per la sua scaltrezza, anche se era stato accusato di aver sperperato i suoi beni.
A Luca sta a cuore il tema dell’uso cristiano della ricchezza, ma come è possibile che presenti un uomo disonesto come modello da cui imparare? Il vero centro della parabola è tutto nella constatazione che i figli di questo mondo sono più scaltri di quelli della luce: il fattore cerca di mettere al sicuro il suo avvenire, senza un attimo di esitazione, con grande astuzia.
L’accento cade sulla prontezza del decidere, sulle sue scelte radicali e immediate che lo mettono al sicuro: i figli della luce, invece, si rivelano incerti, esitanti e incapaci.
La domanda allora è inevitabile: noi che siamo per grazia figli della Luce siamo intraprendenti, pronti, decisi quando si tratta delle cose di Dio o tiriamo a campare vivendo un cristianesimo annacquato, preoccupati oltre misura più per le cose materiali?