XXI Domenica del Tempo Ordinario – La porta è Cristo
Gesù continua il suo viaggio verso Gerusalemme e un uomo gli pone una domanda su quanti saranno i salvati. Questa domanda agita il cuore dell’uomo ancora oggi: saranno pochi i salvati oppure Dio, nella sua misericordia, aprirà le porte del Cielo a molti?
Anche stavolta Gesù non risponde direttamente, non gli interessa la questione del numero, ma vuole porre l’attenzione sull’atteggiamento di lotta: seguire Gesù può costare un caro prezzo, fatica e impegno, richiede di combattere con le armi spirituali, a volte fino all’agonia, alla lotta davanti alla morte.
La porta stretta non vuole impedire l’entrata, ma rivela che solo chi sa lottare, solo chi sa che la meta è il regno di Dio, potrà oltrepassarla. Chi rimarrà fuori, nonostante le preghiere e le invocazioni, non sarà riconosciuto dal Signore che sta dentro.
Chi siamo allora noi cristiani, oggi? Quelli che lottano per entrare dalla porta stretta, operando il bene, nutrendo il bene comune? Oppure viviamo nascosti da false sicurezze, mentre agiamo come operatori di male, con parole che dividono e calunniano, con sentimenti di inimicizia e di orgoglio, con comportamenti omissivi, che non fanno il bene e contraddicono la carità?
La porta del Regno è Cristo, solo conformando la nostra vita alla sua entreremo nel Regno, solo vivendo un amore aperto, generoso e inclusivo la porta stretta sarà aperta per noi, solo donando la nostra vita avremo la Vita Eterna.