XVIII Domenica del Tempo Ordinario – Guardatevi dalla cupidigia
Gesù era considerato da molti un rabbi, un maestro autorevole nell’interpretare le Scritture, per questo anche nel vangelo di Luca si trovano episodi in cui viene interpellato su questioni legate alla Legge.
Di fronte alla richiesta di risolvere una controversia su una eredità, Gesù si rifiuta di esaudirla e risponde in tono spazientito, perché legge in questa domanda non una sete di giustizia ma una brama di possesso. Nella sua risposta sceglie di andare dalla superficie alla radice, di decentrare l’attenzione di chi ha fatto ricorso a lui.
Gesù sa che la cupidigia e il desiderio di possesso, quando sono presenti nel cuore umano, alimentano i conflitti, rendono ciechi, non fanno più a vedere né i fratelli né il prossimo. Ecco allora che la sua ammonizione, “Fate attenzione e guardatevi da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede” suona come un invito alla vigilanza, perché l’idolatria dei beni terreni non impedisca al credente di riconoscere Dio e di vivere pienamente la sua vita umana.
E Gesù, per imprimere meglio la sua ammonizione nel cuore e nella mente di chi lo sta ascoltando, racconta la parabola del proprietario terriero che proprio quando fa progetti ambiziosi per il suo futuro viene colto dalla morte.
Se teniamo presente l’orizzonte della nostra morte, siamo spinti a interrogarci in profondità: in cosa consiste la nostra vita? In un folle egoismo fatto di accumulo e possesso? Nella condivisione e giustizia? La vita umana non finisce con la morte, la vera eredità da desiderare è la “vita eterna”, che si può ricevere nell’amare Dio e il prossimo, non accumulando beni terreni e vivendo con quella carità capace di combattere la povertà e l’ingiustizia.