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Sassello – Una vacanza e forse qualcosa di più

Sassello – Una vacanza e forse qualcosa di più

Riportiamo la testimonianza di Claudio Moggia, del Piccolo Cottolengo genovese di Don Orione, Villaggio della Carità di Camaldoli. Claudio ci ricorda che le vancaze sono più di un momento di semplice svago: per chi vive una condizione di fragilità possono essere l’occasione di sentirsi protagonisti della propria vita, di mettersi in gioco e di sentirsi vivi.

 

“Anche quest’estate i ragazzi della Famiglia Don Sterpi si sono recati a Sassello, per trascorrere un periodo di vacanza e relax. Ha partecipato a questa bella esperienza un gruppo composto da 14 ospiti, accompagnati da 3 operatori, da 2 volontari e dal sottoscritto, in qualità di Coordinatore.

Dopo 10 anni di attività lavorativa per le Case Genovesi del Piccolo Cottolengo Don Orione di Genova, è stata per me la prima volta a Sassello in qualità di accompagnatore: da sempre i colleghi mi hanno raccontato di come questa esperienza fosse unica e devo ammettere che le mie aspettative non sono state disattese.

Già nelle settimane precedenti la partenza, sia i ragazzi che gli accompagnatori hanno vissuto giorni di gran fermento, nell’attesa di trascorrere giornate “diverse” dalla solita routine quotidiana. Questa emozione si è poi fortemente amplificata il giorno della partenza.

Durante la permanenza a Sassello le giornate sono trascorse in nome di una profonda unione del gruppo: le attività giornaliere infatti si sono sempre svolte con la piena partecipazione di tutti i presenti, ragazzi ed operatori hanno interagito e collaborato nella realizzazione di ogni singolo gesto, dalle normali attività quotidiane (igiene personale, preparazione dei pasti, riordino della casa) alle attività da svolgersi nel tempo libero (gite al fiume, uscite in paese)

Ogni singolo villeggiante della “Casa Don Orione” è stato perciò coinvolto e si è preso cura di se stesso e degli altri: ciò ha permesso di migliorare la loro Qualità di Vita. Tutti sono apparsi tutti più tranquilli e sereni: sono diminuite ad esempio le richieste di sigarette e caffè, hanno mangiato con buon appetito e recuperato un corretto ritmo sonno/veglia grazie alle fresche serate di campagna.

Contemporaneamente, vivere 24 ore al giorno a stretto contatto ha consentito agli operatori di fortificare le relazioni interpersonali; sono certo che tale aspetto favorirà una miglioria nel lavoro d’équipe all’interno della nostra cara Famiglia.

Mi auguro che questa esperienza possa continuare a ripetersi anche nei prossimi anni, sperando in una più lunga permanenza, in quanto gli effetti benefici sono notevoli e chiaramente visibili sui visi sereni e sorridenti dei nostri amati ragazzi del Don Sterpi.”

 

 

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