Don Orione e la Madonna della Guardia
Don Orione ha sempre nutrito una grande devozione per la Madonna. Tra le numerose opere da lui costruite in vita, occupa un posto unico il Santuario dedicato alla Madonna della Guardia, a Tortona, non solo perché lì si conserva il corpo del Santo, ma anche per la testimonianza di fede che la sua storia ci trasmette.
La Madonna della Guardia è patrona di Genova: sul monte Figogna, nelle alture che circondano la Superba, la Vergine apparve il 29 agosto 1490 al povero contadino Benedetto Pareto. Là fu eretta dapprima una cappella, meta incessante di pellegrinaggi e di grazie, fino alla grande Basilica visibile oggi, edificata nel 1890.
Don Orione conosce la devozione alla Guardia, ha già nel cuore fin da bambino un amore tenero e filiale per la Madonna, che manifesta in modo via via più profondo nel suo cammino.
Negli anni della Grande Guerra, nella città di Tortona si radicano il movimento anticlericale e massonico, le classi più povere sono fiaccate dalla lontananza degli uomini partiti per il fronte, dall’indigenza e dalle notizie quali la sconfitta di Caporetto. Don Orione sente che l’unico modo per ridare speranza a queste persone è la fede e la strada per arrivare a Cristo è la devozione alla Madonna, sua Madre e madre dei poveri.
Nel 1918, acquista una statua della Madonna e il 28 agosto la porta in pellegrinaggio alla cappellina dedicata alla Guardia nel Rione San Bernardino, zona popolare appena fuori dalla città di Tortona. Il giorno seguente, 29 agosto, giorno della festa, anche il Vescovo partecipa alla celebrazione e Don Orione fa il voto di erigere un Santuario se la Madonna concederà la grazia di far finire la guerra e far tornare a casa gli uomini dei Rione.
La guerra finisce il 4 novembre, gli uomini ritornano a casa: Don Orione inizia l’opera di costruzione del Santuario, ma non subito con i mattoni, prima vuole che siano salde le fondamenta della fede.
Nel 1919 la prima processione parte da San Bernardino seguita da una fiumana di gente e non ci si può fermare alla Chiesa di San Michele, bisogna andare in Duomo, a pregare davanti all’urna del primo Vescovo di Tortona, San Marziano. In pochi anni per la popolazione tortonese e del circondario la processione della Guardia diventa un appuntamento importante, irrinunciabile: si arrivano a contare settemila persone in processione e oltre cinquemila comunioni.
La costruzione del Santuario non segue un percorso lineare, ma la sua strada è segnata dalla Provvidenza: il 23 ottobre 1926 il Cardinale Carlo Perosi benedice e colloca la prima pietra. I lavori iniziano nel 1928, sono eseguiti anche dai giovani chierici della congregazione e proseguono grazie alla generosità dei benefattori e di tanti devoti. Il Santuario è un’opera corale, che esprime con mille sfaccettature la devozione a Maria: il sudore dei giovani studenti, qualche gioiello donato, il miracolo del chierico caduto dall’impalcatura, un’offerta in denaro, la raccolta delle pentole rotte, tante e tante preghiere.
“Si può dire che tutti questi mattoni del Santuario sono stati messi su a forza di Ave Maria; più che di mattoni, anzi, questo Santuario è stato innalzato con delle Ave Maria” scrive Don Orione.
Il 29 agosto 1931 viene inaugurato il Santuario: nella processione che accompagna la Madonna per le strade della città sfilano anche i chierici operari con i loro attrezzi da lavoro, vanghe, badili e carriole.
Da allora fino ad oggi si ripete ogni anno questa grande festa di popolo: migliaia di persone giungono ai piedi della Madonna dalle zone limitrofe, al confine tra Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia.
Ancora oggi si ripetono quei gesti divenuti tradizione, voluti da Don Orione stesso.
La Festa è preceduta da una novena, che vede ogni giorno il pellegrinaggio di una diversa zona della Diocesi. La preparazione culmina negli ultimi giorni con la Messa e benedizione dei malati, la veglia della notte della vigilia con le confessioni e il “caffè di Don Orione” a mezzanotte, la celebrazione della festa il 29 agosto, nell’ora dell’apparizione, la processione dal Santuario alla Cattedrale con la recita del Credo davanti al Vescovo.
Don Orione voleva ci fosse nelle feste della Madonna della Guardia una particolare celebrazione per i malati, gli anziani, gli orfani degli Istituti, i ragazzi delle scuole, gli ospiti dei Piccolo Cottolengo e quanti altri aiutati nelle case della Congregazione e del territorio partecipassero alla processione per fare onore alla Madonna. E con loro voleva che sfilassero chierici, preti, suore e quanti sono impegnati al loro servizio.
Questa è la Chiesa e la Congregazione sognata da Don Orione: china sui poveri, in un cammino solidale, con Maria verso Gesù. Questa Chiesa la si può vedere ogni anno durante la processione della Madonna della Guardia.
La Guardia è anche una festa di famiglia per la Congregazione: il “pranzo della Guardia” si faceva ai tempi di Don Orione sotto uno storico tendone, tutto rappezzato finché cedette del tutto. Ora continua nel grande salone del Centro “Mater Dei”, presenti 500 e più persone. Il miracolo di fraternità si rinnova. Per esprimere la festa di famiglia, Don Orione e poi i Superiori generali suoi successori sempre hanno voluto presiedere la cosiddetta Messa dei Giubilei dei Confratelli – e da qualche anno delle Consorelle – che celebrano i 25 o 50 o più anni di professione religiosa o di sacerdozio.
La tradizione continua, ogni anno si rinnova quel miracolo di fede che, anche oggi, porta “a Gesù attraverso Maria”