Testimoni del presente – Fare spazio al coraggio
C’è un prima e c’è un dopo. E tra quel prima e quel dopo c’è uno spazio. Uno spazio di scelta.
Partiamo dal prima:
Ho lavorato per dieci anni come impiegato in una società legata al gruppo delle Assicurazioni Generali. Mi occupavo di contabilità, avevo una fidanzata, facevo dell’attività di volontariato con ragazzi disabili, insomma tutto procedeva secondo una linea che sembrava ormai definita, e vivevo una vita perfetta, almeno apparentemente perfetta, perché in realtà per me qualcosa non girava bene ed io sentivo che quella vita non era abbastanza.
A trent’anni arrivai persino a domandarmi se meritasse lasciar tutto per dedicarmi solo ai disabili, mi sembrava la cosa migliore da fare, ma tutto remava contro quel cambiamento.
E proprio in quel momento, mentre la nuova strada che desideravo non riusciva ad aprirsi ecco l’inaspettato: un amico mi chiamò proponendomi di fare un colloquio alla Scuola Berna.
Non mi convinceva per nulla quell’idea, ma accettai pensando che era davvero tanto che non facevo un colloquio di lavoro e che quindi mi avrebbe fatto bene mettermi alla prova.
E così, proprio in quel colloquio, conobbi Don Walter, che allora era il direttore della scuola.
Don Walter mi raccontò dell’Opera, di Don Orione, e di sé, e quello che mi colpì di più fu come me ne parlò: il suo sguardo e le sue parole erano così piene di passione da attrarre. E poi Don Walter mi aprì gli occhi: mi fece capire che non dovevo buttare via i miei talenti! Che se ero bravo nell’amministrazione quello era ciò che dovevo fare, forse semplicemente in un’altra azienda, per qualcun altro o per qualcos’altro.
Quell’incontro mi mise davvero in crisi! Non mi era più possibile restare nella mia vita così apparentemente, solo apparentemente, perfetta, eppure continuava a spaventarmi il lasciare il certo per l’incerto e le voci timorose di quelli intorno a me non mi aiutavano per nulla.
Iniziai allora ad andare alla scuola il sabato e la sera, per capire, come mi sentivo lì, in quella scuola… E scoprii che mi sentivo bene. Già, ma continuavo a chiedermi: come sarebbe cambiare davvero?
E poi, un giorno mi decisi. Lasciai il mio lavoro alle assicurazioni ed iniziai in quella scuola.
Ma cambiar lavoro fu solo l’inizio del vero cambiamento.
Il nuovo lavoro mi permise infatti fin da subito di avere tempi, orari, distanze, relazioni e priorità diverse e…così si creò uno spazio nuovo, uno spazio per il coraggio.
Un coraggio che, ora posso dirlo, ha trasformato la mia vita, totalmente.
Ed eccoci al dopo:
Quando arrivai alla Scuola nessuno mi chiese se ero credente, semplicemente mi accolsero. E proprio quel modo di accogliermi ha ravvivato il carbone ardente della mia fede nascosto sotto la cenere. Fino a quel momento conoscevo Don Orione solo per nome, ero cresciuto in un paese in cui c’erano una scuola, un centro disabili ed una parrocchia a lui dedicati, ma non sapevo nulla di lui, della sua vita e della grandezza della sua opera. Che bella scoperta è stata! Quante cose diverse facciamo, quanta ricchezza in tanta diversità al Don Orione!
Negli anni all’attività dell’amministrazione nella scuola se ne sono affiancate altri perché fidandomi di Don Walter mi sono spesso fatto fregare da lui! Fregare in senso buono! Lui mi proponeva cose nuove, ed io… fidandomi, accettavo… E all’inizio quell’implicarmi mi complicava, ma poi tutto si semplificava. Un po’ come con Dio, prima ti implica, e sembra complicarti la vita, ma poi te la semplifica.
A proposito di semplificazione, anche la mia vita personale si è splendidamente semplificata.
Con il mio nuovo coraggio ho terminato la relazione affettiva che avevo ed ho fatto spazio ad Anna, che ora è mia moglie. L’avevo conosciuta anni prima, e ci eravamo detti: chissà se un giorno faremo il cammino di Santiago insieme? E dopo quindici anni lo abbiamo fatto, e l’anno dopo, nella nostra nuova vita insieme, sono arrivati anche Giacomo e Francesco, due splendidi gemelli.
Con il mio nuovo coraggio mi impegno a vivere ogni giorno il vangelo, e continuo a mettermi in discussione, e a sentirmi in cammino al Don Orione e con Don Orione.
Per me oggi è fondamentale sentire che quello che faccio non è fine a se stesso e per questo ora nella prima nota che faccio voglio che compaia sempre il sentirmi parte di qualcosa di grande.
Certo, ora so, che perché tutto questo accada, occorre fare spazio, spazio al coraggio.