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V domenica di Pasqua – Il comandamento che ci fa come Dio

V domenica di Pasqua – Il comandamento che ci fa come Dio

In questa quinta domenica di Pasqua ricorre più volte l’aggettivo nuovo: nuovo cielo e nuova terra nel brano dell’Apocalisse, un comandamento nuovo dato da Gesù ai suoi discepoli.

Dopo la lavanda dei piedi e l’annuncio del tradimento di Giuda, Gesù parla ai discepoli. Il dramma della passione è già avviato come indicano i verbi al passato, “il Figlio dell’uomo è stato glorificato”, ma ci sono anche dei verbi al futuro, “il Padre glorificherà il Figlio prendendolo con sè nella gloria”.

Qual è la glora di cui parla Giovanni? E’ la manifestazione del mistero profondo di Dio, la sua realtà ultima, che è l’amore. Anche i discepoli potranno far parte di questo amore, grazie al comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato.

Perché si tratta di un comandamento nuovo? Non c’era forse anche nel Vecchio Testamento l’indicazione di amare il prossimo? Per Gesù il prossimo sono non solo gli amici, ma anche i nemici e quelli che non appartengono alla stessa gente.

La vera novità, dice Benedetto XVI nel libro Gesù di Nazareth, è il nuovo fondamento dell’essere che ci viene donato da Gesù: il comandamento nuovo è legato alla novità che è il Cristo, il nuovo viene dal “come io vi ho amato”. Anche noi possiamo essere amore e dono per gli altri, se viviamo come GEsù ci ha mostrato.

Ma, come Giuda, ci fa notare un particolare del Vangelo di Giovanni, anche noi possiamo allontanarci da Gesù, nella notte: è la notte di quando vogliamo camminare da soli, uscire dalla comunione con Gesù, è la notte di quando i nostri rapporti sono avvelenati dall’odio e dal rancore.

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