Genova – La carità apre gli occhi alla fede
La famiglia orionina genovese ha celebrato al Paverano la festa di San Luigi Orione.
Il primo tentativo di issare la splendida gigantografia di Don Orione sulla facciata della chiesa era avvenuto il pomeriggio della vigilia, il giorno 15 maggio; ma le forti folate di vento freddo inducevano a calarla di nuovo a terra per metterla in salvo. Il momento giusto arrivava di buon’ora col sole del mattino dopo, giorno della festa di Don Orione, così che la Santa Messa delle ore 10 poteva iniziare sul piazzale gremito da Ospiti, operatori, volontari ed amici sotto lo sguardo paterno del santo che quasi 86 anni fa volle questa Casa della carità. Nel saluto iniziale, Sua Eccellenza Mons. Giovanni D’Ercole, orionino, vescovo di Ascoli Piceno, esordiva dicendo che in quel momento “Don Orione e tutti coloro che abbiamo conosciuto e i santi del Paradiso sono tutti qui”. Parole che pronunciate sul piazzale antistante la chiesa del Paverano riportavano alla memoria tanti volti di persone, ora in Cielo, che la storia del Paverano l’hanno fatta e vissuta, da Don Orione stesso al Professor Isola, da Don Sciaccaluga a Suor Plautilla e a Concettina, Anna, Vincenzina, Angela e Angelina… e moltissimi altri santi più o meno conosciuti della grande famiglia orionina.
Nell’omelia Mons. D’Ercole proseguiva ribadendo una realtà a volte dimenticata dai cristiani: “Questa è la verità della celebrazione dell’Eucarestia. Quando noi siamo a Messa non è che ci siamo soltanto noi presenti, ma ci siamo tutti, ci sono i santi, ci sono le persone che ci hanno preceduto, perché la celebrazione dell’Eucarestia Gesù l’ha voluta perché noi vivessimo la realtà della Chiesa che è Paradiso e terra che si incontrano” (leggi qui la trascrizione dell’omelia di Mons. D’Ercole).
Al termine della Messa, concelebrata dal Direttore Don Dorino Zordan, dall’Economo provinciale Don Alessandro D’Acunto, dal Parroco Don Paolo Clerici e dagli altri sacerdoti della Comunità di Genova, il Presidente del Municipio Terza Bassa Val Bisagno, Massimo Ferrante, ha consegnato una targa di riconoscimento ad alcuni giovani del Centro Diurno Boggiano Pico, impegnati in una attività di pubblica utilità a Villa Imperiale. Il momento della consegna è stato preceduto da un breve e ricco intervento di Tiziana Priolo, Neuropsichiatra infantile e Responsabile Sanitaria del Centro Boggiano Pico: “I bambini e i giovani con disturbi del neuro-sviluppo che accogliamo al Centro possono avere difficoltà specifiche, che da noi operatori vengono codificate in manuali diagnostici, ma non possiamo definire una persona sulla base di queste difficoltà! Il nostro approccio riconosce una loro neurodiversità; grazie alla conoscenza e alla comprensione che ci vengono dalla letteratura scientifica, dai familiari, dalle reti sociali e dall’ascolto attento delle loro voci e del loro vissuto, lavoriamo mediante valutazioni centrate sulla loro persona e tese a modificare l’ambiente mediante modelli e tecniche specifiche, per renderlo comprensibile e fruibile. Troppo spesso mettiamo l’accento sulle debolezze e non sulle qualità: ci saranno sempre problemi da risolvere, difficoltà da affrontare; ma non dobbiamo dimenticare la dimensione positiva: le persone con disturbi del neurosviluppo sono piene di qualità e saperle riconoscere può rendere il mondo più ricco, oltre che la loro vita più appagante. Insieme alle loro famiglie vogliamo pensare al loro futuro, ponendoci alcune domande: chi “è” la persona che abbiamo in cura? Quali sono i suoi punti di forza e le sue motivazioni? Come si sente? Di cosa ha bisogno per essere felice? Le risposte a queste domande permettono di individuare un vero e proprio progetto di vita che ha come finalità ultima l’effettiva qualità di vita di quella persona concreta”.
Dopo il pranzo a buffet nel chiostro, la festa è proseguita nel pomeriggio presso il Teatro Von Pauer con una stupenda lezione musicale sulla storia del musical, a cura di Gigi Bavoso: “Da Fred Astaire a La la land”, ricca di filmati e di aneddoti divertenti e commoventi al tempo stesso.