III domenica di quaresima – Convertirsi per non seccare
Il brano di Vangelo di questa terza domenica di Quaresima si divide in due parti, facilmente riconoscibili: la prima prende lo spunto da due fatti di cronaca, la seconda racconta la parabola del fico sterile. Il punto di incontro delle due parti è il tema della conversione.
Nella prima parte si raccontano due fatti di cronaca su cui ai tempi di Gesù si ragionava così: “se Dio li ha puniti, allora significa che essi erano peccatori”. Gesù invita i suoi ascoltatori a lasciarsi coinvolgere in prima persona da ciò che è accaduto sotto i loro occhi: “se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”. Non c’è relazione diretta tra colpa e calamità: ogni avvenimento tragico, imprevisto è un’occasione di conversione, di cambiamento, per cogliere il messaggio di Dio.
La parabola del fico la troviamo solo nel Vangelo di Luca, che ha trasformato quanto compare negli altri sinottici in un racconto con una sfumatura di benevolenza, di attesa più che di giudizio o di condanna.
La pazienza da parte di Dio, il padrone del fico, non è indifferenza “tanto Dio perdona sempre!”, ma un invito a non scoraggiarsi, a rialzarsi dopo le cadute e riprendere la zappa in mano, rimettersi a concimare il fico, come dice la parabola di oggi. Anche a noi può capitare di “seccare” come il fico, perché non vogliamo convertirci, cioè cambiare la nostra mentalità: forse ci piace di più la mentalità del mondo che quella del Vangelo.