II domenica di Quaresima – Il volto di Gesù
Dopo il raccono delle tentazioni, la Liturgia ci offre la pagina della Trasfigurazione sul Monte Tabor.
Questo brano getta uno squarcio di luce su Gerusalemme, sul Monte Tabor i discepoli hanno una visione anticipata della gloria di Gesù, prima del passaggio obbligato, duro e incomprensibile della Croce.
Tra i tratti peculiari di Luca in questo racconto c’è la preghiera: solo Luca dice che Gesù si era recato sul monte a pregare, nella notte, mentre i discepoli erano gravati dal sonno. Il sonno e la notte, simbolo delle tanti notti e tenebre della vita, possono essere illuminati solo dalla comunione con Dio Padre: la preghiera di Gesù è l’amore per il Padre, che diventa anche l’amore che Egli ha per noi.
Che significato ha per Luca la parola Trasfigurazione? Luca utilizza un’espressione diversa da Marco e Matteo, ci descrive la trasformazione del volto di Gesù, che mentre prega diventa “altro”. Il volto di Gesù è il riflesso di quello di Dio, il nostro volto deve diventare sempre più simile a quello di Dio, per essere anche noi un volto di amore e misericordia e poter arrivare a contemplare un giorno dal vivo il suo volto.