VI domenica del tempo ordinario – Beati coloro che sanno condividere
Dopo la chiamata dei primi quattro discepoli, la Liturgia ci presenta il discorso della pianura del Vangelo di Luca, che corrisponde con numerose differenze al discorso della montagna del Vangelo di Matteo.
Luca, autore delicato e sensibile, fa seguire alle sue quattro beatitudini quattro maledizioni: come mai? Gli studiosi ritengono che appartenessero all’insegnamento originario di Gesù e che Luca le abbia inserite in questo racconto in antitesi alle beatitudini, per far risaltare il significato e la forza di queste.
Si dice nel vangelo che i poveri avranno un regno, che chi ha fame sarà saziato, che ci sarà un sovvertimento della situazione presente: ma cosa vuol dire? Non vuol dire che i poveri diventeranno ricchi, altrimenti Gesù avrebbe solo invertito a turno gli infelici e gli sfortunati. Questo sovvertimento richiama le parole di Isaia, lette da Gesù nella sinagoga di Nazareth: il momento in cui Dio si prenderà cura del suo popolo è qui, ora, si compie in Gesù.
L’invito è quello di rovesciare le situazioni di ingiustizia, perché i poveri contano presso Dio: da questo amore e non motivi sociologici o politici nasce il diritto dei poveri a chiedere giustizia. Non si è beati perché si vive una situazione triste, si è beati perché Gesù ha restituito la dignità ai poveri, agli scartati, si è betati quando si sa condividere con i meno fortunati: l’ostacolo sono le ricchezze, l’attaccamento e la fede solo nel denaro, che impediscono di condividere ed essere giusti.