Montebello della Battaglia – Seguendo la stella
Sono due le stelle luminose che hanno seguito i partecipanti al percorso formativo carismatico #seguilastella.
La prima l’hanno incontrata nell’Eremo di Sant’Alberto di Butrio, PV: si tratta di Frate Ave Maria, l’eremita cieco accolto da Don Orione e vissuto nell’eremo fino alla morte, nel 1964. Un uomo provato dall’improvvisa cecità seguita ad un incidente all’età di dodici anni, riscopre la luce nella sua vocazione e trasmette a tutti la sua felecità di vivere una “luminosa notte”, perché illuminata dall’unica luce capace di penetrare le tenebre del cuore: Gesù.
Con la forza di questo esempio, don Giovanni Carollo ha presentato la seconda stella, Don Orione, spiegando le fondamenta della spiritualità orionina, i quattro amori di Don Orione: Gesù, la Madonna, il Papa e le anime. Questa la sorgente del suo agire: senza la sua fede in Dio ogni azione di Don Orione potrebbe essere ridotta banalmente a filantropia. Invece, il fare del bene non era solo un’azione di bontà umana, ma la volontà attraverso il bene di salvare le anime, di ridare ad ogni uomo sofferente la speranza che non delude, Gesù.
Nel pomeriggio è intervenuto don Gianni Giarolo, vicario provinciale, che ha descritto la figura di Don Orione educatore: non un vero pedagogista, impegnato a tratteggiare la sua teoria ed il suo metodo, ma un uomo pragmatico, portato all’azione animato da grande zelo e attenzione per gli altri. Mirabile esempio di questo atteggiamento l’incontro con il giovane Ignazio Silone, descritto nel famoso racconto “Incontro con uno strano prete”.
A seguire Don Felice Bruno ha fatto fare ai partecipanti un “giro del mondo”, visitando virtualmente le missioni orionine, dall’Africa all’India, dalle Filippine alla Romania, dall’Albania all’Ucraina, missione che proprio don Felice con altri due confratelli aprì nel 2001. Don Orione non si accontenta di un’opera locale, il suo cuore è troppo grande per non abbracciare anche i popoli più lontani e portare anche là un germe di speranza. E anche oggi molti sacerdoti, suore e volontari continuano ad allargare i confini della sua Opera.