Albania – Una lettera da Bardhaj
Don Rolando Reda, missionario orionino in Albania, scrive periodicamente ad amici e benefattori per aggiornarli sulla vita della missione a Bardhaj, paese a 100 km da Tirana, per far sentire il legame forte che unisce chi è legato dal comune amore per Don Orione e per i poveri.
Per non togliere l’autenticità alle parole di Don Rolando, ecco la sua lunga e appassionata lettera, seguita dalle immagini della comunità:
Carissimi confratelli, amici e benefattori vicini e lontani,
vi inviamo un piccolo resoconto delle attività principali svolte in questi mesi nella nostra missione di Bardhaj, nel nord dell’Albania per essere in comunione gli uni con gli altri e insieme possiamo rendere grazie al Signore per le meraviglie che opera in mezzo a noi e restiamo strumenti docili nelle sue mani.
Il primo avvenimento registrato a fine settembre è che le suore cappuccine nostre collaboratrici soprattutto nei villaggi di Obot, Muriqan e anche Oblike, hanno lasciato Shiroka, la casa dove abbiamo abitato e si sono ritirate a Gramez, un villaggio della diocesi di Tirana, la loro prima sede. Le ringraziamo per la loro presenza e il lavoro svolto con giovani, ragazzi e ammalati nella formazione umana e cristiana, per 15 anni.
Ogni anno, dopo la festa della Madonna del Rosario patrona della parrocchia di Bardhaj, la prima domenica di ottobre, riprendiamo a pieno ritmo tutte le attività pastorali: oratorio, catechismo, incontri di formazione visite e benedizioni. La prima parte del nostro impegno è stato dedicato alla preparazione dei 50 giovani che il 3 novembre hanno ricevuto la cresima da mons. Angelo Massafra. L’arcivescovo poi si è fermato con noi.
In serata sono arrivati anche il padre provinciale don Aurelio Fusi e il consigliere alla pastorale giovanile-vocazionale don Giuseppe Volponi che per la prima volta ha visitato l’Albania. La cena fraterna ha concluso la giornata di festa. I Superiori si sono fermati fino a mercoledì 7. I confratelli di Elbasan, don Giuseppe De Guglielmo, don Emilio Valente e il ch. Dritan Boka, sono venuti a Bardhaj e insieme abbiamo fatto una riflessione sulle prospettive della missione in Albania sottolineando potenzialità e difficoltà.
In questi ultimi anni stiamo assistendo ad una depauperazione della nazione, le forze migliori, i giovani albanesi in questo momento storico sono proiettati verso l’emigrazione: Italia, Grecia, Germania, Inghilterra, Francia, Stati Uniti le mete desiderate perché qui non vedono una speranza di futuro per una vita serena e dignitosa. Studiano, imparano un mestiere per partire, si aggregano silenziosamente ai grandi flussi migratori dall’Africa e dal medio oriente con un vantaggio perché molti hanno già un punto di riferimento negli stati di destinazione: parenti, amici, conoscenti. Si illudono che il paradiso in terra sia in qualche stato europeo o negli USA, ma c’è in moltissimi questa convinzione e questa visione e quindi partono o sperano di partire.
Il confratello don Pavlin Preka ordinato sacerdote nel 2017 è stato destinato alla missione del Kenia ed è partito a metà ottobre verso la sua nuova destinazione. Don Giuseppe Bisceglia della comunità di Elbasan è stato nominato parroco della nostra parrocchia di Anzio, ed è rientrato in Italia. E’ arrivato il ch. Dritan Boka che farà i due anni del tirocinio nella comunità di Elbasan con un occhio particolare alla pastorale giovanile anche al nord.Pregate insieme con noi che il Signore ci mandi tante e sante vocazioni sacerdotali e religiose.
Il 10 dicembre le due comunità si sono incontrate ad Elbasan per riflettere sulla scheda di formazione permanente “Venite e vedete” e per lo scambio di auguri per le feste ormai imminenti. Il periodo di avvento e il tempo di Natale con le feste di fine anno sono avvenimenti molto attesi con gioia ed entusiasmo da piccoli e grandi. Gli auguri, le aspettative, le luci, i regali, le visite riaccendono la speranza che l’anno che verrà sarà portatore di sorprese e avvenimenti positivi per tutti. La preparazione del presepe, dell’albero e soprattutto della festa di Natale ha coinvolto molti nostri giovani e ragazzi. Il giorno 21 dicembre è stata realizzata a Oblike, il 22 a Bardhaj. Protagonisti i ragazzi, partecipanti i familiari, una festa gioiosa che con canti, danze e la rappresentazione della nascita di Gesù hanno fatto risuonare nello spirito dei presenti il messaggio di pace e gioia che viene dalla grotta di Betlemme. Il tempo per tutto il periodo è stato bello e la temperatura mite.
Il giorno 7 gennaio subito dopo l’Epifania che qui è caratterizzata dalla benedizione dell’acqua, son venuti a Bardhaj i confratelli di Elbasan per l’incontro mensile e ci siamo rinnovati gli auguri per il nuovo anno. L’8 gennaio, come ormai da tradizione, c’è stata la presentazione del messaggio di papa Francesco per la giornata mondiale della pace al teatro Migjeni, il principale della città di Scutari, alla presenza delle autorità civili, religiose e numeroso pubblico. Il nostro gruppo di balli popolari di Bardhaj e Oblike ha contribuito alla riuscita della manifestazione con grande gioia di tutti. Poi il 9 mattina ci ha sorpreso una grande nevicata: per tre giorni la neve è caduta abbondante imbiancando tutto con una coltre di 30-40 cm, paesaggio bellissimo, ma anche bloccando tutto in una città che non ha i mezzi adatti a fronteggiare una emergenza del genere. Le vacanze di Natale sono state prolungate di altri 10 giorni per tutte le scuole. Per fortuna che a metà mese di gennaio ha cominciato a piovere e la pioggia pian piano ha sciolto quel manto ormai congelato che ricopriva tutto.
Il freddo dell’inverno aumenta i disagi soprattutto delle famiglie più povere che non hanno una casa adeguata e un lavoro sicuro e quindi le richieste di aiuto si moltiplicano: viveri, legna, medicine. Il 24 gennaio è venuto Dritan dalla comunità di Elbasan e si è fermato una settimana tra noi. Secondo un programma stabilito ha incontrato i giovani di Bardhaj e quelli di Oblike iniziando un cammino di formazione umana e cristiana nello spirito di don Orione che speriamo porti frutti abbondanti.
Auguriamo a tutti i confratelli, amici e benefattori ogni bene. Pregate per noi affinché la nostra missione in mezzo alla gente che ci è stata affidata sia fruttuosa e feconda di fede e di amore.
Confidiamo nel vostro aiuto spirituale e materiale per far germogliare quei semi di speranza che il Signore ha seminato a larghe mani anche qui, nel profondo del cuore di ciascuno.
Don Rolando, don Dorian e don Giuseppe