Papa – Gratuità e dono alle radici del prendersi cura, in preparazione alla XXVII giornata mondiale del malato
Il prossimo 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, si celebra la XXVII giornata mondiale del malato. Papa Francesco ha scelto un versetto del Vangelo di Matteo, “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8), come traccia di riflessione per questa giornata.
Il dono è la chiave della cura e del prendersi cura per il Santo Padre, che nel messaggio dice: “i gesti di dono gratuito, come quelli del Buon Samaritano, sono la via più credibile di evangelizzazione. La cura dei malati ha bisogno di professionalità e di tenerezza, di gesti gratuiti, immediati e semplici come la carezza, attraverso i quali si fa sentire all’altro che è “caro”.”.
Francesco ha parole di vivo ringraziamento per i volontari, che nel loro donarsi quotidiano sono l’incarnazione del Buon Samaritano: il volontario è un amico, capace di trasformare il malato da soggetto passivo di cure e assistenza a protagonista attivo di una relazione basata sulla reciprocità.
Nel discorso del Pontefice sono citate anche le strutture sanitarie cattoliche, richiamate con forza a valorizzare nel loro operato la dimensione della gratuità, perché essa viene direttamente dal Vangelo, l’autentica lina guida del loro agire. “Le strutture cattoliche sono chiamate ad esprimere il senso del dono, della gratuità e della solidarietà, in risposta alla logica del profitto ad ogni costo, del dare per ottenere, dello sfruttamento che non guarda alle persone” dice Francesco.
E don Orione aveva ben presente questa gratuità che dilata il cuore, che spinge le azioni e muove le montagne, quando scriveva “Vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; e vorrei vestire di Dio gli ignudi, dare la luce di Dio ai ciechi e ai bramosi maggiore luce, aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi, distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti; vorrei diventare lo stolto di Cristo, e vivere e morire nella stoltezza della carità per i miei fratelli!”.
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