Seregno – Corso di formazione
Martedì 27 novembre 2018, nella Casa di Seregno, ha preso il via il percorso formativo carismatico con Don Giovanni Carollo e Davide Gandini nella sua nuova formula. I dipendenti hanno partecipato numerosi ed hanno animato con interesse la discussione.
Con questo incontro inizia un nuovo triennio che si occuperà del tema della “Casa”: Abitare, lavorare, aver cura; lo spazio vicino. Il successivo triennio si occuperà dell’uscire, incontrare, gioire: lo spazio lontano, anche seguendo il Santo Padre che più volte ha raccomandato di uscire verso il mondo
Nella prefazione del fascicoletto distribuito a ciascun partecipante, Don Aurelio Fusi ricorda che il sessennio precedente si era occupato del “Tempo” soffermandosi sull’importanza delle dimensioni del presente, passato e futuro.
…“Il passato è un dono di Dio su cui radichiamo le nostre radici. Il presente è un’opportunità ed il futuro dovrà essere illuminato dalla storia e dalle azioni e potrà essere luminoso e significativo, solo se porterà iscritto la forza del servizio”…
I prossimi sei anni, dice il Padre Provinciale, si occuperanno dello “Spazio”. Vengono consegnati sei anni di cammino per entrare nel profondo dei nostri luoghi di incontro sia con le persone che con le cose.
Don Aurelio ricorda anche che: “Lo spazio è uno e indivisibile e comprende, come ha scritto Papa Benedetto XVI, l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia, le relazioni sociali e altri aspetti”.
Don Orione ha sempre valorizzato molto le sue “piccole case” dicendo che: “Al Piccolo Cottolengo si vive allegramente, si prega, si lavora, nella misura consentita alle forze …”.
Con queste premesse, gli uditori del primo incontro, sono diventati parte attiva ed animata, rivolti all’ascolto e pronti alla condivisione.
Sentirsi parte di uno spazio che non è semplice luogo occupato, ma più profondamente “luogo dell’abitare” fa emergere il calore dello stare nella famiglia orionina.
Lavorare in un Piccolo Cottolengo deve inevitabilmente lasciare una traccia indelebile nel patrimonio esperienziale di ciascuno e dagli interventi aleggia nell’aria quel valore aggiunto che troppo spesso viene dimenticato tra le fatiche del “fare”, tra relazioni stanche e malandate, a volte, e tra tribolazioni e dolori non solo degli ospiti, ma anche di colleghi con cui si lavora quotidianamente.
Don Giovanni, la visione religiosa e Davide Gandini, la visione laica hanno guidato i presenti alla riscoperta dei sensi, al godimento “pieno” della vita, alla riscoperta dell’”avere cura” dal di dentro e hanno così mostrato nuovi e variegati significati della “bellezza e dell’accorgersi”.
Il servizio è dono, scelto e di valore, in ogni istante. Stare con gli ospiti è porsi in con-vivenza, è entrare nell’intimo della Casa come luogo e come cuore.
La Casa deve ritornare ad abbondare di umanità, di ospitalità, di accoglienza, come chiede il Santo Padre, incorniciandola di vera e elevata professionalità.