Fano – Dove io e te siamo noi: viaggio nei luoghi della relazione
Domenica 16 settembre sono ripresi, dopo la pausa estiva, gli incontri sui “luoghi della relazione”, tenuti – come di consueto- presso l’auditorium Masetti di Fano.
Quale tema più attuale di quello della scuola, vista la sua concomitante riapertura?
È intervenuto sull’argomento il dottor Roberto Franchini, pedagogista e docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha esordito ponendo al pubblico la seguente domanda: “la scuola è un luogo di relazione?”
Tale quesito è stato lo spunto di partenza per un interessante excursus storico sull’evoluzione del sistema scolastico-educativo in Europa.
Esso in epoca antica e medievale era fondato sul paradigma educativo orale; il sapere era un lusso che pochi potevano permettersi (aristocratici e religiosi) e veniva trasmesso attraverso una forma tutoriale che garantiva una relazione forte tra l’adulto-educatore e il discepolo-apprendista.
La svolta epocale avvenne con l’invenzione della stampa ad opera di Gutenberg nella metà del 1400, la quale segnò l’inizio del paradigma educativo cartaceo.
Questa nuova esperienza didattica, fondata sulla riproducibilità dei saperi, ottenne una trionfale vittoria sull’analfabetismo di massa.
La sua diffusione comportò l’instaurarsi di una relazione debole dove il rapporto non fu più tra educatore e singolo discepolo, bensì tra insegnante e molteplici studenti; fu allora che vennero a configurarsi gli ambienti e gli strumenti a noi noti: l’aula e il libro.
La fondazione vera e propria dell’istituzione scolastica come oggi la conosciamo (caratterizzata da classi, orari, registro e valutazione numerica) avvenne infine nel 1599 ad opera dei Gesuiti.
Ma attualmente, varcata ormai da tempo la soglia del 2000, si è affermato un ulteriore paradigma che è quello digitale, facente capo al web.
In questa epoca dunque, in cui la tecnologia permette conoscenze vaste e diffuse nei più svariati ambiti, l’insegnante è chiamato a cercare e trovare una nuova posizione da tenere nei confronti dei suoi alunni: non più “frontale” ma “laterale”.
Il suo compito così è, oggi come non mai, quello di stimolare, attraverso una relazione costruttiva, la creatività e l’intelligenza dei ragazzi, offrendo loro problemi da risolvere e progetti da realizzare nella maggior autonomia possibile (è ciò che si dice il mandato di lavoro) senza però abdicare, si badi bene al suo ruolo.
La sua sarà sempre e comunque una presenza costante, di supporto e confronto, di monitoraggio e attenta valutazione, ma egli non “fronteggerà” più i suoi studenti bensì li “accompagnerà” in un esaltante percorso di apprendimento e maturazione personali.
Alle parole del dottor Franchini ha fatto seguito la proiezione del film “Freedom writers” selezionato dall’esperto cinematografico Luca Caprara.
L’intensa pellicola racconta la vera storia dell’insegnante Erin Gruwell e della sua classe di ragazzi problematici di un liceo californiano.
Costei riuscirà a ottenere la fiducia dei suoi alunni passo dopo passo, iniziandoli al piacere della lettura e della scrittura e riuscendo insieme a loro ad organizzare un incontro, dall’enorme valore educativo, con una donna sopravvissuta all’Olocausto che aiutò Anna Frank e la sua famiglia a nascondersi dai nazisti.