Roma – Don Giuseppe Sorani è nella Casa del padre
Poco prima della mezzanotte tra il 19 e il 20 settembre 2018, è morto Don Giuseppe Sorani, sacerdote orionino, testimone di alcune pagine toccanti della storia della congregazione in Italia.
Domani alle ore 11, nella parrocchia Mater Dei a Roma, di cui fu parroco, verrà celebrato il rito delle esequie. Verrà sepolto nella tomba della Congregazione nel Cimitero Flaminio di Prima Porta.
Era nato a Roma, il 29 dicembre 1929 da una famiglia ebrea, aveva fatto la sua prima professione religiosa l’11 ottobre del 1949 ed era stato ordinato sacerdote il 13 aprile, stesso giorno di Don Orione, del 1958.
Fino al giugno scorso, aveva svolto la sua vita normale nella comunità di Roma Monte Mario, con le consuete relazioni e servizi sacerdotali cui si dedicava discretamente e generosamente. In luglio e agosto ha avuto un rapido indebolimento fisico, conseguenza di una patologia grave che era andata progredendo. Dopo un breve ricovero al Policlinico Gemelli per un quadro diagnostico preciso, su suo desiderio ha voluto tornare a casa, nel suo ambiente di vita ordinario, a Monte Mario, per attendere e invocare la venuta del Signore. È stato circondato dalle premure e dall’affetto dei confratelli, delle suore e delle tante persone che sono passate a visitarlo. A tutti egli si offriva nella sua debolezza e dolcezza.
Don Giuseppe Sorani è stato un uomo e sacerdote di grande valore intellettuale, morale e religioso. Aveva seguito gli studi in Filosofia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, Laureato in Legge nel 1967 alla Sapienza e in Teologia Morale all’Alfonsianum. Si è occupato per molti anni della formazione iniziale dei religiosi nei seminari di Patrica, Buccinigo, Grotte di Castro, Reggio Calabria e Villa Moffa, è stato parroco per 7 anni alla Parrocchia Mater Dei di Monte Mario e ad Avezzano, Consigliere provinciale per 3 anni e Consigliere e Segretario generale dal 1975 al 1987: di questo periodo rimase molto significativo l’avvio del GADO, Giovani Amici Don Orione.
A caratterizzare la sua vita è stata la sua origine ebraica, compresa la pagina dolorosa della guerra e della shoah, che gli lacerò il cuore e la famiglia: egli è stato figlio di Israele e anche Figlio della Divina Provvidenza, religioso di Don Orione. Fu accolto nel 1943, a quindi anni,e salvato assieme al fratello Giovanni nella casa orionina di Via Induno a Trastevere da don Giuseppe Piccinini, figura carismatica di quegli anni nella congregazione, che egli ricordava come il “gigante buono delle favole”. Nella cerimonia svoltasi a Roma nel 2011, per il conferimento dell’onorificenza e della medaglia di “Giusto tra le Nazioni” alla memoria di don Gaetano Piccinini, con accenti di profonda sensibilità spirituale, Don Sorani ha ricordato la sua esperienza e Don Piccinini: “Era un sacerdote che sempre ha rispettato le mie convinzioni e la mia fede religiosa e mi ha recuperato alla vita sociale dopo anni di emarginazione in quanto ebreo”. Dopo la guerra ricevette il Battesimo e si avviò alla consacrazione come religioso e sacerdote orionino. Più volte ha detto: “Ho passato i mio primo ventennio di vita come ebreo, il secondo come cristiano, il terzo – dopo il Concilio Vaticano II – come ebreo cristiano”. Anche per questo è sempre stato attento al Movimento Ecumenico e al Dialogo Ebraico-Cristiano.
Per leggere l’intervista intitolata “Don Sorani, un ebreo in convento” clicca QUI.