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Rapporto Istat 2018: le reti di sostegno

Rapporto Istat 2018: le reti di sostegno

Proseguendo nell’analisi del Rapporto Istat 2018, incentrata sulle relazioni socio-economiche della popolazione italiana, il presente articolo si sofferma sulle reti di sostegno. L’ampiezza della rete dipende da caratteristiche personali, socio-economiche e territoriali. L’indagine rileva come il numero totale di persone che formano la rete di riferimento di ogni individuo (parenti stretti, parenti su cui contare, amici, persone disposte a dare un aiuto economico) cambi a seconda di alcuni fattori individuali (sesso ed età), economici (situazione lavorativa), culturali (titolo di studio) territoriali e sociali.

Viene innanzitutto individuato un gruppo comune (popolazione italiana sopra i 18 anni), da cui si dipanano altri sottogruppi. La prima variabile esaminata è il titolo di studio: vengono in tal modo create due sottocategorie: persone con almeno il diploma e persone con al massimo la licenza media. Già questa prima suddivisione dimostra che le persone diplomate hanno reti relazionali più ampie delle persone con basso titolo di studio (vantaggio del 20%). La maggior permanenza nel percorso formativo permette di entrare in contatto con cerchie più estese rispetto a quelle di origine.

L’ulteriore ripartizione prende in esame la condizione occupazionale. Sia i diplomati che coloro che hanno solo la licenza media sono, a loro volta, suddivisi in: occupati e inattivi/in cerca di occupazione. Gli occupati mostrano un vantaggio del 25% rispetto ai non occupati per quanto riguarda le relazioni sociali. Ciò dimostra che il lavoro rappresenti un basilare elemento di socializzazione.

Nell’ultima suddivisione si individuano 8 profili finali, che hanno come discriminante fattori diversi per i vari rami della classificazione:
• Discriminante titolo di studio rispetto agli occupati con almeno il diploma ed agli occupati laureati. I secondi sono avanti di 27 punti percentuali rispetto ai primi, per l’ampiezza delle reti sociali.
• Discriminante età rispetto ad inattivi/in cerca di occupazione: i più giovani (18-24 anni) hanno reti di sostegno più grandi rispetto alle persone di 25 anni ed oltre (a prescindere del titolo di studio).
• Discriminante territorio rispetto agli occupati con licenza media: coloro che vivono nelle zone urbane più svantaggiate del Sud hanno percentuali più basse del 25% rispetto a coloro che vivono nel resto del territorio nazionale. Ma in tale situazione di ristrettezza di reti di sostegno si trova solo il 2% della popolazione totale (ossia un milione di persone).
• Infine discriminante età, rispetto agli inattivi/inoccupati con scuola media, con vantaggi (anche in tal caso) per i più giovani, in termini relazionali.

Nel complesso, ciò che si evince è che la rete di sostegno sarà tanto più vasta quanto è più elevato il livello di istruzione. Secondo fattore determinante è la partecipazione al mercato lavorativo. Tali due elementi insieme (titolo di studio e lavoro) agiscono in modo positivo sull’ampiezza delle reti sociali degli individui.

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