Morto Ermanno Olmi, il cantore dell’uomo e di Don Orione
Si è spento dopo una lunga malattia il regista e sceneggiatore Ermanno Olmi.
Molti lo ricordano per il film “L’albero degli zoccoli”, vincitore della Palma d’oro a Cannes, che racconta la vita dei contadini bergamaschi fatta di sacrifici e povertà, ma anche di grande dignità e carità verso i poveri.
Per noi, Olmi è il narratore della vita di Don Orione, colui che nel 1990 ha scritto la sceneggiatura del film “Qualcosa di Don Orione”, tradotta poi in immagini dal regista Marcello Siena, allievo dello stesso Olmi.
In questa pellicola, Don Orione è presentato come un uomo stanco e provato dalle immani fatiche che lo hanno portato in tutta l’Italia e anche oltre l’oceano, per portare aiuto e conforto ai più reietti.
Siamo nel 1937, al ritorno dal suo viaggio in Argentina: Don Orione è affaticato e porta i segni della sua malattia al cuore, ma lo sguardo – caratteristica impressa a fuoco nella memoria di chi lo ha conosciuto – è ardente e vivo, il suo cuore, seppur malato, brucia ancora per tutti i desamparados, coloro che non hanno al mondo alcun riparo, alcun punto di riferimento. In questo continuo slancio verso i poveri, Don Orione ricorda la sua storia, una storia di bene nel nome della Provvidenza.
Per capire l’intensità dello stile asciutto e sobrio del film, ricordiamo le parole di Enrico Maria Salerno, l’attore che interpreta Don Orione, parole che ha confidato in un colloquio avvenuto dopo le riprese: gli attori recitano, impersonano un personaggio, danno corpo a parole ed emozioni di qualcun altro, ma si tratta di una finzione scenica.
“Con Don Orione – dice Salerno – non ci sono riuscito”.
Per approfondire la figura di Ermanno Olmi
Intervista del Corriere della Sera, gennaio 2015,
Intervista di Avvenire, luglio 2011.