Il ricordo di Don Carlo Sterpi
<<All’alba del 22 novembre si recitarono le preghiere degli agonizzanti. Tremava la voce a chi gli suggeriva: “Gesù, Giuseppe e Maria… spiri in pace con voi l’anima mia” E don Sterpi rispondeva in un soffio parola per parola e baciava il Crocifisso che gli veniva accostato alle labbra.
Verso le nove l’Arcivescovo di Tortona venne ancora una volta a confortarlo della sua presenza e della sua preghiera. C’erano tutti i superiori maggiori, i sacerdoti delle Case di Tortona, la Madre superiora e la Vicaria delle Suore. Parecchi dei presenti non sapevano trattenere le lagrime quando il respiro del morente si fece affannoso e le contrazioni del volto segnarono l’imminente transito.
Ai capi del letto vennero accese, come da suo antico desiderio, le quattro candeline benedette della Madonna, da lui custodite con cura gelosa per la sua ultima ora. E così, mentre dagli astanti si mormorava il santo Rosario, gli occhi fissi su quel volto reclinato, alle undici del 22 novembre l’amato padre affidava la propria anima alle braccia materne di Maria SS. da lui teneramente invocata.
Pochi istanti dopo, don Zanocchi lesse la singolare invocazione contenuta in una lettera sigillata di don Sterpi da aprisi solo dopo la sua morte: “E prego la Madonna, mia buona madre che, come essa ha voluto essere presentata al tempio, così voglia presentare la mia anima al suo Divin Figlio, affinché per la sua intercessione la ammetta nel tempio della gloria”.
Lo scritto portava la data del 21 novembre 1948, festa della Presentazione di Maria SS. al Tempio.>>
Così racconta commosso un testimone della morte di Don Carlo Sterpi, che ricordiamo oggi 22 novembre 2017.
Don Carlo Sterpi fu il primo successore di San Luigi Orione alla guida della Piccola Opera della Divina Provvidenza, della quale è considerato anche co-fondatore, non nel senso di portatore del carisma di fondazione, ma in quanto stretto e determinante collaboratore di Don Orione con il quale visse in totale e costante sintonia.
Di grande personalità umana e spirituale, Don Sterpi volle identificarsi proprio come “primo discepolo e collaboratore di Don Orione”, del quale tradusse in formazione e organizzazione pratica gli ideali spirituali e le grandi aperture apostoliche. Da parte sua, Don Orione lo ricambiò con stima e affetto singolari. Alla partenza per la prima visita nell’America Latina, nel 1921, scrisse: “Se Iddio mi dicesse: «Ti voglio dare un continuatore che sia secondo il tuo cuore», io gli risponderei: Lasciate, o Signore, poiché già me lo avete dato in Don Sterpi”. A conferma della loro fraterna amicizia, vale quanto Don Orione confidò alla vigilia della sua morte: “Sono più di quarant’anni che Don Sterpi ed io ci conosciamo e ci vogliamo bene veramente, bene grande”.
Il 12 marzo 1940 Don Orione morì e, il 13 agosto successivo, il primo Capitolo generale elesse unanimemente Don Sterpi quale Direttore generale della Congregazione. Egli si sottopose in quegli anni a una estenuante mole di lavoro nel nuovo incarico affidatogli e, inoltre, dovette fare fronte ai disagi, alle difficoltà e alle preoccupazioni provocate dalla guerra che insanguinò l’Italia dal 1940 al 1945. Manifestò capacità organizzative, lungimiranza e un sacrificio di sé commovente. Ebbe la consolazione di ricevere, il 21 gennaio 1944, l’approvazione pontificia della Congregazione. Quel “decretum laudis” sulle Costituzioni veniva a suggellare 50 anni di lavoro, di sacrifici e di preghiere. Don Sterpi era raggiante, ma non volle celebrazioni esteriori, ma chiese preghiera e fedeltà: “Nelle Costituzioni, su cui è posato il sigillo della Santa Sede – scrisse – è Don Orione che continua a rimanere in mezzo a noi, con tutto il suo spirito”.