ARIS lettera aperta ai parlamentari
Pubblichiamo la lettera aperta dell’ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) scritta dal Presidente Nazionale P. Virginio Bebber ai Parlamentari.
Onorevoli signori Parlamentari
Ci rivolgiamo a voi, nostri rappresentanti istituzionali, a nome delle nostre centinaia di migliaia di persone malate che annualmente vengono a cercare cura e assistenza nelle nostre oltre 230 strutture sociosanitarie (Istituti Scientifici, Ospedali, Case di Cura, Centri di Riabilitazione, Residenze per Anziani gestiti da enti religiosi aderenti all’ARIS) e che sperimentano drammaticamente sulla loro pelle, cosa significa definanziare la sanità, pubblica o convenzionata che sia, come ormai da troppo tempo si sta facendo, quasi come prassi per il risanamento economico. Da operatori sanitari di lungo corso sappiamo bene cosa ha provocato tutto questo. Ma in questo momento responsabilmente cerchiamo di andare avanti e prendiamo atto della criticità della situazione del Paese. A voi chiediamo però di assumervi pienamente quelle responsabilità che noi, in quanto elettori, vi abbiamo affidato, e dunque di cercare vie alternative per reperire i fondi necessari almeno al minimo della sostenibilità. E dunque di non ignorare frettolosamente proposte, che nascono per la verità nel seno stesso delle Istituzioni, in grado di soddisfare qualche necessità. Anche a discapito di potentati che sembrano intoccabili, ma che poi in fin dei conti potrebbero esserlo molto meno.
È per questi motivi che l’ARIS intende manifestare la sua piena adesione all’iniziativa assunta dalla Presidente della Commissione Igiene e Sanità, Emilia Grazia De Biasi, sottoscritta all’unanimità dalla intera Commissione Sanità del Senato, nel presentare un emendamento alla Legge di bilancio in discussione in questi giorni, che propone di aumentare la tassazione sulle sigarette per una cifra complessiva pari a 600 milioni di euro da destinare ai farmaci anticancro innovativi e alle cure palliative, permettendo tra l’altro di adeguare il fabbisogno standard della sanità pubblica per il 2018 all’erogazione dei Lea ed alla incidenza dei costi contrattuali. Ricordiamo che la Lorenzin ci aveva provato già con Renzi ad aumentare le tasse sulle sigarette per pagare le cure oncologiche, ma l’ex premier si disse contrario perché “misura impopolare”. L’idea era stata rilanciata nell’aprile di quest’anno in occasione della cosiddetta “manovrina”. Ma anche quella volta cadde nel nulla: la Ministra, nel proporre questa “tassa di scopo”, ha solo ottenuto un inspiegabile ostracismo da parte del Governo. È chiaro che tutti i dati disponibili sul tema dicono che le ragioni delle multinazionali del tabacco prevalgono sugli interessi che riguardano la tutela della salute e i corretti stili di vita, in particolare per la fascia di età giovanile. Infatti nonostante l’incremento dei profitti delle multinazionali del tabacco a fronte anche della riduzione del numero dei fumatori, le critiche di parte all’introduzione della tassa di scopo pare trovino nel Governo più ascolto dell’allarme sulla tenuta del SSN. Infatti si contrappongono ripercussioni negative sul comparto produttivo pari a circa 50 milioni, tralasciando di dire che quest’ultimo è una parte marginale dell’intero settore in mano alle multinazionali (appena 200 milioni su circa 20 miliardi di fatturato), a fronte di una stima dei danni sulla salute e sulla produttività pari a 7,5 miliardi.
La tassa di scopo, è vero, purtroppo, non potrà ridurre in modo significativo il consumo di tabacco, ma certamente, se approvata, avrà il merito di garantire un introito da destinare al SSN, stimato in circa 700 milioni, per sostenere la spesa per farmaci innovativi oncologici. Anche in considerazione del fatto che per il 2018 il Fondo sanitario nazionale subirà una riduzione rispetto all’atteso di circa 604 milioni per far fronte al contributo dovuto dalle regioni a statuto speciale. Dunque ben vengano iniziative parlamentari come quella proposta dalla Presidente della Commissione Igiene e Sanità, Emilia Grazia De Biasi. Noi ci auguriamo che non resti voce inascoltata. Perché è anche la nostra voce.
QUI la lettera disponibile al download.