Amministratori e non padroni
Il Vangelo di oggi ci presenta ancora l’immagine della vigna. Questa volta la vigna curata dal padrone viene affidata a dei contadini che ritengono di esserne i padroni: non condividono i frutti, anzi uccidono chi va da loro a chiedere il giusto, con una ferocia crescente.
Gesù rivolge queste parole profetiche ai capi di Israele: è lui il figlio che verrà ucciso. Tante volte l’umanità cade nell’errore dei servi: noi non siamo padroni di nulla, ma ci comportiamo come se fossimo padroni di tutto. Tutto quello che abbiamo viene comunque da un dono ricevuto da Dio, è qualcosa che ci è stato dato gratuitamente perché porti frutto.
Quanto di questo frutto siamo capaci di condividere gratuitamente? Oppure ciò che abbiamo ricevuto diventa addirittura il pretesto per essere violenti? Da questo nascono le guerre, i poveri del mondo, lo sfruttamento dei più deboli, le ingiustizie dell’uomo sull’uomo nascono dal pensare di essere padroni e non amministratori.
Gesù nella parola di oggi ci indica la strada per la nostra conversione: la pietra scartata. Quello che scartiamo, e tante volte scartiamo Dio, è quello da cui ripartire: è Lui il punto di costruzione, di ripartenza, di speranza. E questa è una meraviglia ai nostri occhi.