Saper perdere la vita per Gesù Cristo
La presenza di Gesù, vero Dio e vero uomo, modifica del tutto le relazioni umane, da considerare sotto una luce nuova. Egli rivendica una precedenza assoluta su tutti e su tutto, anche sugli affetti naturali più cari, compresi quelli familiari. Ad essi Gesù antepone anche le relazioni più consone alla sua missione, come quella del profeta che lo annuncia, del giusto che accoglie, del discepolo che lo segue. Non viene risparmiata neppure la propria vita terrena, che non va tenuta per sé, perché la si può ritrovare solo in Gesù, nella sua risurrezione (Vangelo).
Un episodio dell’Antico Testamento ci riferisce il comportamento di un’illustre donna di Sunem, la quale aveva dato un dignitoso alloggio ad Eliseo, perché ritenuto «un uomo di Dio, un santo», che la ricompensa con l’annuncio che diverrà presto madre (I Lettura). San Paolo ci introduce nei misteri della vita di Cristo, della sua morte e risurrezione. Poiché attraverso il battesimo «siamo stati sepolti insieme a lui nella morte», viviamo ora con lui, risuscitato dai morti, e possiamo camminare in una vita nuova (II Lettura).