«Ecco, il seminatore uscì a seminare…»
Questa domenica ci presenta il valore della Parola di Dio, sia attraverso la voce del profeta Isaia sia attraverso la parabola evangelica del seme. Beati noi se accoglieremo il germe della parola e lo faremo fruttificare nella nostra vita in opere di giustizia e di pace.
La parabola evangelica del seminatore suggerisce un contrasto evidente tra l’azione di Dio, che continua a seminare nei solchi dell’umanità, e il fallimento umano dei terreni improduttivi. Il profeta Isaia (I Lettura) ci dice che la parola di Dio è efficace, la sua forza fecondatrice è simile all’acqua così attesa dal contadino, celebrata anche nel “canto per il raccolto” dell’odierno salmo responsoriale. La parola uscita dalla bocca e dal cuore di Dio realizza sempre quello che annuncia. L’intera creazione è evocata nella lettera di san Paolo ai Romani (II Lettura). Il cosmo e la natura stessa testimoniano che sta nascendo la nuova umanità composta dai figli di Dio.
Un messaggio di speranza ci giunge dalla parabola del seminatore (Vangelo). Dio è stato prodigo nel seminare la parola. Ha rischiato. Può addirittura sembrarci che abbia seminato invano. Ma il seme germoglia e produce frutti in abbondanza. Si tratta di una realtà misteriosa, che solo chi è aperto allo Spirito di Cristo riesce a capire. La spiegazione della parabola sposta l’accento da Dio che semina all’uomo che ascolta, comprende, aderisce. O, al contrario, trascura, ignora, respinge.