Fumo – Amici miei, sempre pronti dar la mano da vicino da lontano questi son gl’amici miei
Nel parcheggio adiacente al Santuario di Fumo alle ore 15.00 di domenica 2 aprile s’intravede un gruppo di uomini con due comuni denominatori: il sorriso ed una maglia rossa, presso il Pensionato don Orione arrivano gli Alpini. C’è chi arriva trafelato, chi appesantito da un pranzo goliardico e chi con un collarino al collo. Tutti presenti, solo il maestro assente per un piccolo problema di salute, ma maestosamente sostituito da un altro simpaticissimo cantore che dirige il gruppo. Un ragazzo con la fisarmonica che accompagna timido ma sereno, tutti loro. Sale la scala del Pensionato una macchia rossa, il cuore grande del Coro Amici della Montagna di Casteggio.
I nonni sono pronti, già accomodati nel refettorio comune del pian terreno, in attesa di un’emozione che già si sente nell’aria.
Dopo le prove che si effettuano nella palestra, gli alpini si dispongono ad anfiteatro per armonizzare le voci. Il maestro ascolta le prime voci e nel silenzio d’inizio parte l’Ave Maria di Bepi de Marzi. I volti dei nonni si rilassano e restano in rigoroso silenzio, con gli sguardi attenti e partecipi. C’è chi come Antonio ha il cappello d’alpino sul girello, emozionato e leggero, ed il caro Giusto che canta insieme a loro con la sua aurea austera. Un momento di pensiero leggero… che regalo ai cari nonni!!
Il testamento del capitano regala un’emozione forte dove la patria, il battaglione, l’amore, la famiglia e le montagne diventano valori centrali della vita di un uomo che combatte tutta la sua vita da condottiero. L’amore per la sposa, la giardiniera Adelaide che è desiderata e pura come la rosa del suo giardino.
I canti sinceri e schietti che traducono la vita dura di chi ha combattuto una guerra, che altro non è che la vita, regalo per i nonni che sono i contenitori dei ricordi, delle battaglie e dove i loro occhi sono solo specchio di saggezza e di lealtà. Gli applausi spontanei che concludono questi canti di passione, perché altro non sono. Un canto dedicato ai cari nonni non è un canto all’etere ma ha il profumo di magia.
I nonni applaudono, ridono e c’è chi vorrebbe ballare al suono della fisarmonica che come esibizione finale accenna a Marina. Grazie Amici, avete regalato un momento spensierato ai nonni che avrebbero voluto cantare con voi e diventare di nuovo giovani e combattenti, esempi ormai oggi dimenticati ma testimonianza di luce per chi sa Vedere.