Don Orione e Santa Margherita da Cortona
Oggi la Chiesa ricorda Santa Margherita da Cortona. C’è un particolare curioso che si associa alla figura di Margherita: un cagnolino, che è quasi sempre presente nell’iconografia della santa. La tradizione racconta che la giovane Margherita era solita trascorrere con Arsenio, suo compagno, buona parte dell’anno in un loro castello. detto «I Palazzi», in località Petrignano. Il tragico giorno dell’uccisione di Arsenio, uno dei loro cani, ritornando solo dall’escursione di caccia, sembrò con i suoi guaiti voler dire qualcosa a Margherita. Dice sempre la voce popolare che il cane l’afferrò per un lembo della veste e la condusse verso la selva di Petrignano, sotto una grande quercia, dove giaceva il corpo senza vita di Arsenio. Per Margherita crollò in quel momento tutto un mondo di illusioni, incamminandola però verso un percorso di virtù e di santità.
Ma il cane della santa avrebbe fatto una sua seconda misteriosa comparsa in tempi a noi più vicini. In uno dei più suggestivi angoli di Cortona sorge la chiesa di San Benedetto. L’ultimo proprietario, Giuseppe Salvetti, la fece restaurare a sue spese. Dopo la sua morte, la contessa sua moglie donò la chiesa e gli annessi a don Luigi Orione e alla sua «Piccola opera della Divina Provvidenza». La stessa signora riferiva che don Orione, in una sua visita a Cortona negli anni ’30, arrivato a notte fonda alla stazione ferroviaria di Camucia, non riusciva a individuare la strada per raggiungere la chiesa. Trovandosi così in difficoltà, si rivolse a Santa Margherita. Si sa che tra santi c’è una perfetta intesa, per cui improvvisamente il beato Orione si trovò ai piedi un cagnolino con un campanello al collo. Superato l’iniziale senso di smarrimento, il santo sacerdote seguì il cane che lo portò alla casa dove era atteso. Qui il cane si mise seduto sulle zampe posteriori come per aspettare una ricompensa. Don Orione tracciò sul cane un segno di benedizione ed esso improvvisamente scomparve.