Roma – Dov’è finito l’uomo che Dio aveva creato a sua immagine e somiglianza?
L’Ordinazione diaconale di sei religiosi di voti perpetui da parte del vescovo di Ascoli Piceno, Mons. Giovanni D’Ercole, rappresenta la giusta occasione per capire come realizzare un progetto di vita. Ci chiediamo spesso cosa vuole Dio da tutti noi e il più delle volte non ci sentiamo all’altezza di compiere il Suo volere. Le parole del vescovo D’Ercole fanno riflettere.
La famiglia orionina si è allargata. L’Ordinazione diaconale è avvenuta l’8 dicembre nella chiesa di Ognissanti a Roma. Il giorno dell’Immacolata Concezione ci ricorda quanto è importante ascoltare e accettare la chiamata del Signore. Maria si è fatta Serva prima con il cuore e poi con la mente, compiendo la Parola di Dio con determinazione, audacia e coraggio. “Maria non è colei che fa, ma colei che si fa, che si lascia liberare dal volere divino, diventando l’esempio di ogni servitore che non è colui che realizza i suoi progetti, ma chi si lascia guidare per raggiungerli. Il diaconato non è un desiderio personale, ma piuttosto una chiamata di Dio che passa attraverso il discernimento” ha affermato il vescovo di Ascoli Piceno durante l’omelia. È anche vero che realizzare un progetto di vita non è così semplice come può sembrare. È una questione di concentrazione e di ascolto perché se non si è in grado di prendere coscienza della propria voce interiore non si realizzerà mai nulla.
Nella vita di tutti i giorni sembra utopico credere che nulla è impossibile. L’immaginazione, la creatività e la fantasia, che dovrebbero essere il perno di qualsiasi progetto, hanno lasciato spazio alla confusione. “Uomo dove sei? Questa umanità che più si allontana da Dio più è irriconoscibile. Dov’è finito l’uomo che Dio aveva creato a sua immagine e somiglianza? “Ha affermato sempre il vescovo celebrante. L’uomo non sa dove sta andando. Le crisi di vocazioni individuali continuano a persistere perché non si sa più cosa si vuole realmente. È anche vero che la società di oggi vive una perenne crisi di identità e di valori. Tutti sono alla perenne ricerca di una guida morale, spirituale, intellettiva che permetta di non sentirsi più vuoti. Non è possibile, infatti, farsi servi di un progetto altamente più grande di noi se non si è realmente guidati da qualcuno. Se proprio volessimo ritrovare la strada della retta via, dovremmo prendere in considerazione le parole di Mons. Giovanni, quando sostiene che: <<Non bisogna confondere gli obiettivi con gli strumenti. Possiamo fare qualsiasi cosa, ma come ci ricorda don Orione, il nostro servizio è uno:”portare il popolo a Cristo, portare Cristo al popolo e portare il popolo alla Chiesa di Cristo”. Questo è il servizio che passa attraverso la sfumatura straordinaria di una carità senza tracce, di un amore senza confini. Gesù ci chiama a essere messaggeri di speranza, costruttori di pace e realizzatori di sogni>>.