Genova – Vivere il presente con passione, formazione carismatica
Continua al Piccolo Cottolengo genovese la stagione 2016/17 degli incontri di formazione carismatica per il personale
Il 28, 29 e 30 novembre scorsi (a Camaldoli, Castagna e Paverano) si sono svolti tre incontri di formazione carismatica professionale per tutti gli operatori del Piccolo Cottolengo genovese: “Incontro e accanto: l’accompagnamento della persona nelle RSA”.
Il titolo è lo stesso del libro che Carlo Boneschi ha scritto per raccontare qualcosa della sua intensa esperienza di OSS per 38 anni al Piccolo Cottolengo di Seregno. Per l’occasione il Vicario provinciale, Don Gianni Giarolo, ha accettato con entusiasmo di partecipare agli incontri, introducendo la testimonianza dell’Autore con una riflessione sulla identità carismatica dei Piccoli Cottolengo.
La formazione carismatica del personale che svolgiamo non si ferma alla pur insostituibile dimensione interiore e spirituale, ma entra anche nelle dinamiche lavorative e di servizio, perché sono proprio queste ultime quelle che raggiungono “i nostri padroni”, le amiche e gli amici che abitano e vivono nelle nostre Case. Amiche ed amici da incontrare ogni giorno e con i quali vivere, “con ascolto attento, disponibilità umile e silenzi buoni” come ha testimoniato Carlo Boneschi. “L’operatore si accorge di chi ha di fronte mentre fa, capisce che il suo lavoro è un prestare gesti a chi non li ha più perché la vecchiaia o la malattia glieli ha portati via, o glieli toglie sempre di più. Capisce l’importanza del modo con cui si fa, che non deve essere solo gesto, ma insieme al gesto deve anche esprimere prossimità. Questo vale anche nel rapporto con i colleghi. Chi pone l’accento solo sul fare crea competizione, divide, vuole prevaricare, quel che fa è imporsi… Chi, invece, pone l’accento sul modo crea collaborazione, dà spazio, perché capisce l’importanza del lavoro di rete nel rispondere a un bisogno. I suddetti due modi di porsi esprimono due culture: la cultura dell’avere e la cultura dell’essere. I valori propri dell’avere creano divisioni, mentre la cultura dell’essere crea collaborazione, crea amicizia, e il nostro lavoro deve seminare amicizia”.