Genova – Visita del superiore Generale
“Cari amici lasciate che vi dica che sono davvero emozionato, entrando in mezzo a voi all’inizio di questa celebrazione ho capito perché don Flavio ha insistito perché continuassi la tradizione di questo incontro del Superiore generale con la famiglia orionina qui a Genova nella domenica che precede il Natale”.
Così la mattina del 18 dicembre, nella Chiesa del Paverano, il Superiore generale, Don Tarcisio Vieira, ha salutato gli ospiti e i loro familiari, il personale, gli amici, i volontari delle Case orionine di Genova, prima di iniziare la celebrazione eucaristica.
Hanno concelebrato padre Pierre Assamouan Kouassi, consigliere generale, Don Alessandro D’Acunto, direttore del Piccolo Cottolengo genovese e i confratelli Don Giuseppe Medda, Don Arturo Bisi e Don Alberto Parodi. Ha accompagnato la liturgia il Piccolo Coro Don Orione, formato da ospiti e operatori.
Nell’omelia il Superiore generale ha invitato a meditare sulla chiamata di Dio a San Giuseppe: anche noi come lui siamo chiamati a fidarci di Dio, anche nelle situazioni più critiche, e a prendere decisioni, a fare un passo avanti nel bene, pur senza poter avere tutto chiaro e programmato, perché Dio non delude e non abbandona mai.
Don Tarcisio e padre Pierre hanno poi incontrato il personale di Paverano, Camaldoli, Castagna, Bogliasco, Molassana e Boschetto. Don Tarcisio ha raccontato di essere nato nel 1964 a Ouro Branco, nello stato brasiliano di Minas Gerais, e di essere stato battezzato dal parroco Don Del Fabbro che l’anno precedente aveva anche sposato i suoi genitori. Ha quindi proseguito ricordando le tappe principali della storia orionina in Brasile e sottolineando un episodio dell’agosto 1937: a coloro che a Rio de Janeiro lo avevano accompagnato in cima al Corcovado alla statua del Cristo Redentore, Don Orione commosso, alla vigilia del proprio ritorno in Italia, disse: “quello che non ho fatto per il Brasile in vita, lo farò dopo la mia morte”. Ebbene – ha commentato Don Tarcisio – davvero in Brasile lo possiamo testimoniare, questa parola si è realizzata nella nostra storia.
Padre Pierre ha ricordato sorridendo il suo primo incontro – era un bambino di 5 anni e non stava bene di salute – con uomini bianchi: si trattava di Don Mugnai e di Don Marino… e dopo quell’incontro, grazie alle medicine, guarì. Suo nonno era catechista e traduceva dal francese le omelie per la sua gente. “Paverano e Genova per noi in Africa sono una storia di amicizia, sono davvero tanti gli amici che hanno aiutato e aiutano le missioni e sono qui a dirvi col cuore la nostra gratitudine: ora siamo 55 preti africani tra Togo, Burkina e Costa d’Avorio e ci sono altri 60 amici in cammino vocazionale”.
Padre Tarcisio ha poi concluso l’incontro condividendo con i presenti la gioia e l’orgoglio di essere orionino, una gioia e un orgoglio confermati ad ogni viaggio in visita alle comunità orionine nel mondo, come in occasione della visita nelle Filippine del mese scorso. Vede all’opera una carità che, oltre ad essere pronto intervento e prima assistenza, genera un cambio di mentalità e di visione della persona umana, un riconoscimento della sua dignità. Come nel caso dei bambini gravemente disabili che non potevano camminare e si muovevano strisciando a terra; ora, riabilitati, in posizione eretta, guardano negli occhi coloro che incontrano. Anche questo aiuta a comprendere che la malattia e la disabilità non sono soltanto una disgrazia, o addirittura una punizione del Cielo!
Dopo il pranzo la giornata è proseguita in teatro, con la recita natalizia “E’ tempo di Natale”, che oltre a tanti amici ospiti e operatori in festa ha coinvolto anche due attori d’eccezione: Don Luigi Pattaro e il chierico ivoriano Peggy.