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Reggio Calabria – C’era una volta in corsia

Reggio Calabria – C’era una volta in corsia

Nel mese di novembre Fondazione Sud ha comunicato che, al termine del processo di istruttoria e valutazione relativo all’Iniziativa CON IL SUD CHE PARTECIPA 2015, ha valutato positivamente la proposta di progetto dal titolo “C’ERA UNA VOLTA … IN CORSIA” presentata insieme dall’Associazione Pagliacci Clandestini, Cisme, Associazione Tra Noi Calabria, Ail, Eracle, Marta Russo e dall’Azianda Ospedaliera “Bianchi Melacrino Morelli”.
L’Associazione Tra noi Calabria si occuperà dell’accoglienza e della cura delle famiglie dei piccoli malati del reparto di pediatria mettendo anche a disposizione i locali del Centro Famiglie “La Collina degli Angeli”; nello specifico assisterà e supporterà le famiglie che per lunga degenza dei propri figli devono far fronte a problemi sia psicologici che materiali. Per la piccola e giovane associazione è un importante traguardo in quanto i volontari dell’associazione saranno opportunamente formati e coinvolti nei laboratori di preparazione e di informazione.
Un ringraziamento particolare alla coordinatrice del Centro Famiglie Daniela Rossi che, con grande pazienza e sacrificio, sta aiutando ed accompagnando l’associazione con la sua professionalità ed esperienza nel mondo della richiesta di finanziamenti e risorse che fino ad oggi era sconosciuto.
L’idea progettuale valutata positivamente da Fondazione Sud si inserisce nel vasto e problematico mondo della Sanità che, da diritto sancito dalla Costituzione, sta diventando quasi un lusso che può permettersi solo chi possiede mezzi economici e opportunità di andare a curarsi presso strutture private e/o esterne alla Regione Calabria. L’Ente locale è afflitto da sprechi e malaffare, con un piano di rientro che sacrifica – pur comprendendone l’urgenza e la necessità – i servizi a tutto tondo.
Le strutture ospedaliere locali (Reggio Calabria, Polistena, Locri) sono presidi sanitari importantissimi, con un bacino di utenza che deriva da un territorio provinciale abitato da oltre 550.000 persone, con reparti all’avanguardia e professionisti di caratura nazionale. Si osserva la scarsa diffusione di servizi di accoglienza, assistenza a supporto al malato e alle famiglie, se non in quei reparti dove l’associazionismo ha avviato e maturato una storia di collaborazione con l’Ente. Si pensi alle associazioni storiche che si dedicano alla tutela dei diritti del malato o alla loro assistenza, alla presenza costante in reparto e all’organizzazione di giornate di sensibilizzazione, raccolta fondi, studio, ricerca. Si parla, però, di reparti, mentre la logica vuole che ogni malato trascorra il tempo della degenza non solo come un tempo in attesa di: esami, diagnosi, efficacia di una cura, ma anche come un’esperienza in cui sperimenta l’attenzione dell’altro, la leggerezza davanti al dolore, lo svago di un tempo lungo a passare. Di fondamentale importanza è l’integrazione di due azioni: la cura e il prendersi cura. La cura dà al paziente l’opportunità di ripristinare lo stesso stato di salute goduto prima della malattia, se non uno addirittura migliore ed è garantita solo dalla medicina scientifica. Il prendersi cura, invece, esprime il coinvolgimento personale di chi vive il reparto attraverso un atteggiamento di empatia, incoraggiamento e sostegno emotivo.
La proposta progettuale “c’era una volta…in corsia” vuole favorire l’integrazione tra la cura e il prendersi cura attraverso l’interazione tra pubblico e associazionismo, lo scambio e la collaborazione tra associazioni, il prendersi cura del paziente e, dove presente, offrire sostegno e attenzione anche alla sua famiglia. Ciò è possibile solo attraverso il confronto e la disponibilità di chi sceglie il volontariato come servizio all’altro.
L’innovazione del progetto consiste nel mettere in rete differenti realtà del terzo settore che hanno maturato esperienza nel campo dell’assistenza alla persona e promuovere sia lo scambio di conoscenze e di esperienza sia la sperimentazione del lavorare insieme per raggiungere obiettivi e territori che da soli non si riuscirebbe a raggiungere.
L’intento è di sviluppare una sperimentazione di partecipazione attiva alle sorti, al buon funzionamento e al benessere della sanità locale, promuovendo attenzione alle persone (pazienti, famiglie, medici, infermieri…) ed alle cose di tutti e trasferendo efficacemente conoscenze ed esperienza per facilitare lo sviluppo del territorio e del volontariato.
In particolare si vuole contribuire a diffondere pratiche di animazione già esistenti anche in differenti reparti ospedalieri, formare volontari e trasferire conoscenze e buone prassi già sperimentate ad altre associazioni che operino in reparti sprovvisti di assistenza a malati e famiglie.
L’apporto dell’associazionismo in questo progetto è fondamentale in quanto quasi tutte le realtà coinvolte vivono grazie soprattutto al contributo di volontari che giornalmente operano nei reparti degli ospedali o in centri di accoglienza dove si prendono cura delle famiglie dei piccoli malati. Le attività del progetto contribuiranno a rafforzare il legame fondamentale che esiste tra loro e i destinatari stessi dell’iniziativa e a fornire maggiore possibilità di crescita reciproca e di ulteriore coinvolgimento nella cura e nell’animazione all’interno dei reparti ospedalieri. Nello specifico i volontari parteciperanno ai laboratori di approfondimento delle tematiche che ogni volontario deve acquisire e di approcci da adottare sia in reparto sia con le famiglie di origine dei degenti. Saranno quindi previsti 100 soggetti coinvolti nelle varie fasi del progetto.
I risultati attesi sono l’incremento del numero dei volontari e della qualità dell’intervento volontario alle attività in ospedale a Reggio Calabria e provincia, il miglioramento dell’assistenza sanitaria attraverso la collaborazione tra associazioni e tra associazioni ed Ente pubblico e l’elaborazione di un modello di attività volontarie nel “prendersi cura del paziente e della famiglia”.
Tutti i partner collaboreranno per la buona riuscita di tutte le attività di progetto e sostenendo anche le azioni in cui non sono direttamente coinvolti nello spirito del volontariato e della partecipazione attiva al bene di tutti.

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