Roma – Festa della Madonnina
Sabato 11 giugno è stata: “La festa della Madonnina di Monte Mario”. “Guardare al cielo, pregare, e poi avanti con coraggio e lavorare. Ave Maria e avanti!” – esortava San Luigi Orione. L’intera famiglia di Don Orione, si è riunita nei pressi della Casa di spiritualità “La Madonnina”, a Roma in Via della Camilluccia 112 per vivere un momento di condivisione e di preghiera.
Imponente, la Madonnina, alta 9 metri e collocata su un piedistallo di 10 metri, fa da guardiana alla città di Roma. La messa, presieduta da don Cristiano Castellaro, da Mons. Gemma, ch. Catalin dal teologico, don Ivaldo Borgognoni, don Aurelio Fusi, don Giovanni Carollo, don Giuseppe Valiante e i postulanti da Velletri, è stata un momento di fratellanza e di condivisione. La festa è iniziata con la processione della Madonnina, è continuata con la santa messa ed è terminata in modo conviviale, tra banchetti, canti e tanta allegria.
Questa immensa statua ha una gemella ed è situata oltreoceano, presso la Casa per anziani, “Don Orione Home” di Boston. Il 20 settembre del 1953 viene inaugurata a Boston (USA) la prima ala della Casa di Don Orione per gli anziani, realizzata in gran parte con la collaborazione degli amici di Don Orione di Massachusetts. Quel giorno, lo speaker radio Biagio Farese, chiedeva all’Arcivescovo Cushing, a nome degli Amici di Don Orione, di poter portare a Boston una replica della statua. La statua della Madonna eretta a Roma, prendeva la sua origine da un voto fatto dal popolo romano, per ispirazione degli amici romani di Don Orione, durante la seconda guerra mondiale, implorando la sicurezza e la liberazione di Roma, quando nel 1944 il fronte di guerra aveva raggiunto la Città. Roma è stata salvata dalla distruzione e il popolo romano, come espressione della sua gratitudine alla Madonna, ha voluto erigere una statua alla Madonna e aprire un istituto per gli orfani di guerra. Biagio Farese, insieme con il governatore John A. Volpe, si recò a Roma per incontrarsi con lo scultore italiano-ebreo Arrigo Minerbi. L’incontro fu organizzato da Don Gaetano Piccinini, per chiedere allo Scultore un’altra copia della statua della Madonna di Monte Mario. Il primo sabato di maggio dell’anno mariano nel 1954 la statua della Madonna giunse sulla collina di Boston, accompagnata da migliaia di persone fino alla ‘Don Orione Home’. Anche se l’attesa fu grande, l’inaugurazione subì un ritardo per motivo delle forti piogge protrattesi fino al mese di luglio. E il 12 luglio venne deciso che, pioggia o sole, l’inaugurazione si sarebbe fatta il 16 luglio.
A proposito di pioggia: il 13 ottobre 2009, una forte raffica di vento ha fatto crollare la statua della Madonnina di Monte Mario. Come scrive Laura Mari, giornalista della testata, “La Repubblica”: “Il braccio si è staccato di netto e invece di indicare il cielo, cadendo in terra ha puntato il dito in direzione della Basilica di San Pietro. Travolta dalla furia della tromba d’aria che nel pomeriggio si è abbattuta sulla Capitale, la statua della Madonnina di Monte Mario, proprio sopra allo stadio Olimpico, si è staccata dal piedistallo su cui il 9 novembre del 1952 fu eretta sul tetto della chiesa dell’istituto Don Orione di via della Camilluccia”. La statua, progettata e costruita in rame sbalzato, su intelaiatura di ferro, con un rivestimento in sottili fogli d’oro, aveva subito parecchi danni, procurando un forte shock per il popolo romano che, improvvisamente, si era ritrovato senza uno dei tanti simboli della città. “La Madonnina era uno dei simboli sacri di Roma, punto di riferimento per tanti romani e abitanti del quartiere che ogni sera, prima di spegnere le luci delle loro case alzavano lo sguardo al cielo verso la statua” scriveva a riguardo, Don Achille Morabito, ex vicario generale della Congregazione. La statua è stata riposizionata in quel piedistallo alto 10 metri, il 24 giugno 2010. La Messa solenne fu presieduta da papa Benedetto XVI, che durante la l’omelia, ribadì: <Don Orione visse in modo lucido e appassionato il compito della Chiesa di vivere l’amore per far entrare nel mondo la luce di Dio (cfr. Deus Caritas est, n. 39). Ha lasciato tale missione ai suoi discepoli come via spirituale e apostolica, convinto che carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d’amore verso Dio”. Continuate, cari Figli della Divina Provvidenza, su questa scia carismatica da lui iniziata, perché, come egli diceva, “La carità è la migliore apologia della fede cattolica”, “La carità trascina, la carità muove, porta alla fede e alla speranza” (Verbali, 26.11.1930, p.95). Le opere di carità, sia come atti personali e sia come servizi alle persone deboli offerti in grandi istituzioni, non possono mai ridursi a gesto filantropico, ma devono restare sempre tangibile espressione dell’amore provvidente di Dio. Per fare questo – ricorda don Orione – occorre essere “Impastati della carità soavissima di Nostro Signore” (Scritti 70, 231) mediante una vita spirituale autentica e santa. Solo così è possibile passare dalle opere della carità alla carità delle opere, perché – aggiunge il vostro Fondatore – anche le opere senza la carità di Dio, che le valorizzi davanti a lui, a nulla valgono>. Ed è con queste parole che continuiamo a pregare la Madonnina di Monte Mario, affinché – come ci insegna ogni giorno papa Francesco – la nostra sia una vita all’insegna della carità, della misericordia e di tutte quelle buone azioni che aiutino noi, ma in particolar modo i sofferenti e i più bisognosi.