Chirignago – Identikit del volontario orionino… “Da questo vi riconosceranno”
Martedì 8 marzo 2016 c’è stato l’ultimo incontro del corso di formazione volontari, momento per le conclusioni e definire il profilo del “volontario orionino”. Dopo la consueta recita del Vespro, guidata da Don Nello, Simonetta, un’operatrice, ha introdotto l’attività che poi si sarebbe svolta. Suddivisi liberamente in 5 gruppi di discussione, i partecipanti sono stati invitati a riflettere sugli atteggiamenti fondamentali che contraddistinguono lo stile orionino:
1. Sguardo: promuove e conferma, trasmette il messaggio “tu conti”
2. Reciprocità, parità, cura: accoglienza, spirito di fraternità e famiglia, relazione simmetrica in cui ognuno è risorsa per l’altro e si cresce insieme
3. Universalità: secondo il carisma di Don Orione “Instaurare omnia in Christo”, porsi al servizio di tutti, divenire collaboratori del Signore per un’umanità redenta
4. Talenti e fantasia: approccio capacitante, che coglie e sviluppa i talenti degli ospiti
5. Provvidenza: consapevolezza della propria piccolezza e della necessità di affidarsi a Dio
Ogni gruppo ha ricevuto 2 foto scattate durante laboratori ed attività varie del Centro, particolarmente rappresentative del tema da trattare.
I 20 minuti inizialmente previsti per l’attività si sono notevolmente ampliati, perché in ogni gruppo tutti partecipavano con entusiasmo ed il flusso di idee e riflessioni era inarrestabile, segno tangibile che il corso ha dato i suoi frutti.
Ogni gruppo ha poi scelto un portavoce che ha espresso la sintesi del lavoro svolto ed appeso la scheda compilata e le foto su un tabellone, così da creare visivamente l’idea di metodi e risultati dell’operato del volontario orionino.
Sguardo:
• evitare un atteggiamento troppo protettivo
• passare da uno sguardo distaccato o timoroso a uno che rispetti l’unicità di ogni persona e vada oltre la disabilità
• fare riferimento allo sguardo sereno ed intenso di don Orione, capace di infondere profonda tranquillità
• fare attenzione allo sguardo dei ragazzi, a ciò che esprime
• osservare come tra loro si conoscono e si aiutano, per imparare anche noi a capirli meglio
• relazionarsi con sguardo inclusivo, nella reciprocità
Reciprocità, parità, cura:
• rispettare la volontà e la particolarità di ogni ragazzo, senza voler predominare o imporre il proprio pensiero
• rispettare i tempi dei ragazzi, adattandoci noi a loro
• non sostituirsi al ragazzo e non adottare un atteggiamento impositivo
• empatia, pazienza, ascolto, rispetto
• ascoltare i bisogni che esprimono per capire cosa dare e come darlo
• stimolare i ragazzi a provare a fare da soli
• agire nell’amore e nei valori della cristianità
Universalità:
• non avere preconcetti e pregiudizi
• approcciare l’altro con umiltà, ponendosi allo stesso livello
• disponibilità a mettersi in discussione
• flessibilità e capacità di adattamento alle diverse situazioni che si presentano
• testimoniare la propria esperienza anche all’esterno
• evitare pietismo e buonismo; creare relazione in cui l’altro possa essere se stesso ed esprimere le proprie capacità
Talenti e fantasia:
• curiosità verso le loro preferenze
• rispetto dei loro spazi
• uscire dagli stereotipi della società sul tipo di relazione con i disabili
• consapevolezza del fatto che i disabili possono dare tanto
• provare a stimolarli proponendo attività in cui possano dimostrare le loro abilità
• valorizzare le loro competenze e proporre ciò che a loro piace
• uscire con i ragazzi dal centro e “metterci la faccia”
Provvidenza:
• umiltà e collaborazione: consapevolezza dei propri limiti e talenti, importanza di lavorare insieme nello spirito di famiglia perché le cose migliori nascono proprio dal confronto positivo
• accorgersi delle difficoltà nel gruppo (sia di volontari che ragazzi) per essere strumento della Provvidenza gli uni verso gli altri.
• coltivare la preghiera e la crescita spirituale del gruppo
• non spaventarsi di fronte alle difficoltà, affidarsi e lasciarsi guidare da Dio
• consapevolezza che niente è per caso
• essere propositivi, proporre idee e attività
• apertura a novità e cambiamenti
• non aver paura delle diversità, ma vederle come qualcosa che ci arricchisce e ci fa crescere
• testimoniare anche all’esterno l’atteggiamento di reciprocità e parità con i disabili
• trasmettere entusiasmo e gioia
Tutto il materiale elaborato nel corso degli incontri formativi andrà poi a costituire la “Carta/profilo del volontario”, che verrà consegnata a tutti i partecipanti, unitamente agli attestati, a maggio in occasione della Festa della Riconoscenza.
Come conclusione del corso non potevano mancare due graditissimi regali; il libro “Incontro con uno strano prete”, tratto da uno scritto di Ignazio Silone, e la visione dell’ultima “Buonanotte di don Orione”, tratta dal film sulla sua vita.
Per i volontari è stato come ricevere un “mandato” da don Orione, per portare avanti la sua opera e diventare piccoli strumenti della Provvidenza.
Come da tradizione, anche questa serata si è poi conclusa con una festosa cena tutti insieme.
Essendo l’ultima, non poteva che essere speciale; fragranti e gustose pizze di tutti i tipi, per riempire di colore e allegria una tavolata in cui la gioia della fraternità si mischiava un po’ all’amarezza per la fine di un’esperienza bellissima, che ha fatto crescere sia come singoli che come gruppo.
Un grazie di cuore va all’intera equipe “cura del volontariato”, ai relatori, ai partecipanti, a tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito a realizzare questo corso.