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Ucraina – La visita a L’viv di Don João Batista De Freitas

Ucraina – La visita a L’viv di Don João Batista De Freitas

Ucraina – 15/19 ottobre. La visita a L’viv  di Don João Batista De Freitas,  Consigliere generale  addetto alla Formazione iniziale e alla Pastorale missionaria.
Risale al 2002  la prima visita di don João Batista De Freitas  in Ucraina dove poco prima (16  ottobre 2001)  si erano insediati i primi tre religiosi.  Aveva quindi seguito fino al 2004 gli inizi della presenza orionina in questa ex repubblica sovietica, condividendo i primi risultati e anche le tante difficoltà che caratterizzano l’avvio di una missione. Qui in particolare a motivo della lingua, della recente vicenda storica, della mentalità, e non ultimo dei riti liturgici legati alla tradizione orientale.
E’ tornato, a distanza di 12 anni, per conoscere lo sviluppo di quanto, allora, stava per nascere con timore ma anche tanto entusiamo. Ha trovato non il piccolo appartamento di via Pekar’ska dove i religiosi hanno vissuto fino al 2013 ma un moderno e funzionale “monastero”.  Attivo e vivace per la presenza non solo dei quattro religiosi attuali  ma soprattutto per la presenza di ben 8 seminaristi ai quali ha parlato incoraggiandoli a seguire la strada della consacarazione.  “Siete il futuro della presenza orionina in questa terra ucraina –ha voluto sottolineare don  João Batista durante l’incontro – una speranza concreta anche per l’intera Congregazione. Perseverate con coraggio e buona volontà. San Luigi Orione e la Madonna della Divina Provvidenza vi aiuteranno”. Questi giovani candidati alla vita religiosa  stanno verificando la loro vocazione sperimentando la vita comunitaria, i momenti di preghiera e formazione, lo studio, il lavoro, l’apostolato tipico dei “monaci di don Orione”. Ha celebrato non in una delle chiese della città come avveniva fino al 2005 ma nella chiesetta dedicata a San Luigi Orione partecipando anche ai momenti di preghiera e alle liturgie della comunità religiosa e parrocchiale.  Ha potuto visitare “Casa Cafarnao”, la “casa-famiglia annessa al monastero che ospita  giovani disabili (6 attualmente) felici di incontrare un sacerdote proveniente dal Brasile.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Ha ammirato i piccoli lavoretti e manufatti che si confezionano nel “laboratorio occupazionale” dove, altre ai nostri 6 disabili, sono attivi una decina di giovani con presenza diurna.
Di obbligo una visita in via Selian’ska dove c’è ancora il primo appartamento che riadattato è stato per alcuni anni la prima sede delle attività pastorali e di promozione sociale (cappellina, oratorio, caritas dispensario medico…). Ora c’è ancora funzionante  la “caritas”, un distaccamento del laboratorio occupazionale e la sede di una associazione che si occupa del recupreo degli alcolisti. Nell’incontro comunitario e nei dialoghi personali siamo stati invitati ad essere “testimoni credibili” con la popolazione della nostra parrocchia, con quanti avviciniamo quotidinamente, ma soprattutto con i giovani presenti in comunità per il discernimento vocazionale. Non sono mancati dei momenti distensivi come la visita alla bella città di L’viv, la festa per ricordare il 14° anniversario  dell’arrivo di Don Egidio, don Felice e don Joiko, i dialoghi con Mykhajlo che conosce un po’ la lingua italiana…
Nel salutarci, prima di partire,  don De Freitas ha manifestato tutta la sua allegria e gioia per la visita compiuta. “Sono davvero contento, davvero ammirato per il lavoro che avete svolto in questi anni – ha voluto sottolineare- soprattutto don Egidio Montanari che fin dall’inizio ci ha messo tanta passione e pazienza. Sappiamo che non è stato facile, ma vedere ora questa bella realtà compensa e dà fiducia. Guardate al futuro, consolidate le vocazioni, mantenete il clima di serenità e semplicità che ho potuto verificare in questo breve incontro”.  Parole che ci spronano a continuare la nostra missione,  a far meglio quanto già stiamo facendo, a testimoniare quanto è grande la carità di Dio.

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