Tortona – In ricordo di Suor Serapia
Venerdì 10 luglio è tornata alla Casa del Padre Sr. M. Serapia che per anni ha svolto un prezioso servizio presso il negozietto dei “Ricordi del Santuario” presso il Centro “Mater Dei”. Il Rettore del Santuario don Vanoi e sua Comunità, la Direttrice del Centro “Mater Dei” Francesca Boveri e suoi collaboratori ricordano in preghiera questa sorella e la ringraziano per il suo servizio.
Ecco un saluto di commiato composto prendendo spunto dalla festa liturgica di San Benedetto da Norcia.
Nella nostra vita ci sono molteplici saluti che si fanno. A volte per educazione, per senso del dovere, ma senza provare nessun buon sentimento, a volte saluti cordiali che però mantengono distanza tra le persone. Poi ci sono saluti che si definiscono di “commiato” che uno compone in particolare per persone care che nell’esistenza terrena hanno segnato in modo positivo la propria vita.
Il ritorno alla Casa del Padre di Sr. Maria Serapia è avvenuto alla vigilia della festa di San Benedetto abate da Norcia, patrono d’Europa. L’ufficio delle letture proprie del Santo, mi ha dato diversi spunti per comporre un riepilogo spirituale di una vita segnata nella sequela di Cristo nell’Opera Orionina, ossia in un’opera di carità verso il prossimo.
Ho sottolineato alcuni punti che sono gli aspetti di una vita che come ci dice San Paolo “deve essere segnata dalla grazia che Cristo ci ha dato per edificare il suo corpo”. Infatti egli ci ricorda di comportarsi in maniera degna della vocazione ricevuta e sottolinea alcuni aggettivi quali l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza e soprattutto per una vita religiosa: sopportarsi a vicenda con amore conservando l’unità dello Spirito. In modo approfondito poi nella pagina dove viene riassunto un tratto della Regola di San Benedetto ci viene proprio delineato che il Signore “cerca nella moltitudine del popolo il suo operaio” un operaio che all’udire la voce del Signore risponde con il suo “Io lo voglio”. Anche qui affiorano atteggiamenti di vita ma soprattutto delle attenzioni da porre ossia: “preservare la lingua dal male e le labbra che non pronuncino la menzogna.
Cercare la pace e seguirla, fuggire il male e fare il bene” come il santo fondatore Luigi Orione ha sigillato nel suo motto. San Benedetto ancora ci ricorda quanto la voce del Signore sia la più dolce nell’indicarci il cammino della nostra vita che chiaramente dobbiamo seguire “stringendoci i fianchi di fede, della pratica di opere buone con la guida del Vangelo, inoltrarsi nelle sue vie per meritare di vivere nel suo Regno”. Nel suo apostolato una consacrata è chiamata a fare tutto ciò ed essere quello che il Signore ci indica e ci dice: “lui che ha stabilito alcuni come apostoli e profeti, evangelisti, pastori e maestri per compiere il ministero al fine di edificare il corpo di Cristo per arrivare all’unità della fede e la conoscenza del figlio di Dio”. Matteo nel suo Vangelo al capitolo 19 ci ricorda che chi avrà lasciato tutto per il nome di Cristo riceverà cento volte tanto e in eredità la vita eterna. Ecco sembra ora di sentire la voce di Sr. M. Serapia che terminato il suo cammino terreno, alle porte della Casa del Padre dice: “ed io ti ho lasciato tutto e ti ho seguito per la stretta via del Vangelo che cosa ho ottenuto?” E il Signore, sembra già di vederlo aprirgli le porte del suo Regno e rispondergli: “Cento volte tanto e in eredità la vita eterna”. Allora anche noi “non anteponiamo nulla all’amore di Cristo e corriamo con cuore libero e ardente nella via dei suoi precetti”.
Come ultimo servizio, Sr. Serapia, ti sei posta presso il negozio dei ricordi del santuario, quante volte hai donato un rosario, una statua, un quadro, un’immagine ed anche solo una preghiera, una parola di conforto a tanti fratelli. Ora non ti servono più queste immagini perché davanti a te hai il volto di Cristo e di Maria Santissima: Vergine cara Madre in cui tanto hai sperato e creduto. Di “ricordi” spirituali e non solo materiali tu ne hai donati e lasciati in questa vita ed ora ricevi il premio riservato ai servi buoni e fedeli.