Anatihazo: una “gita” alla missione… dopo 8 anni
Vi riportiamo la bellissima testimonianza di un giovane tornato in missione in Madagascar dopo otto anni..
Eccomi qui in Madagascar dopo un po’ di tempo. L’ultima volta era il 2007, durante il viaggio di nozze, insieme a mia moglie Elisa…sembra ieri!
Arrivo con la jeep al cancello della missione: sembra tutto uguale ma, un metro più in là mi accorgo che molto invece è cambiato.
Scendo e comincio camminare per il cortile. Subito noto la scuola elementare, ritinteggiata di fresco, con finestre nuove e balconate rinnovate e frequentata tutti i giorni da più di 850 bambini. Ancora qualche passo avanti e di fronte a me appare un nuovo edificio bianco e rosso a tre piani: è la nuova scuola media. Non è molto che è stata avviata, ma ci sono già 580 studenti e presto diverranno di più!
Camminando ancora, mi accorgo che anche il cortile non è più lo stesso di otto anni fa: è stata costruita una nuova piattaforma di cemento dove sono state posizionati canestri e rete per poter giocare a basket e pallavolo e dei comodi gradoni…per fare il tifo!
E’ lunedì mattina e tutti i ragazzi sono già nelle aule (dalle 7.45!). Approfitto della “calma” per fare un giro in falegnameria e all’atelier del ferro. Entrando, osservo con un po’ di sorpresa, tavoli, letti, armadi veramente fatti bene, potrei dire moderni! I macchinari in uso alla falegnameria sono stati parzialmente sostituiti e vedo tanti lavoratori e giovani della scuola professionale: il lavoro è duro, ma tutti danno il massimo! Vado avanti nel mio “tour” e varco il portone dell’atelier del ferro, ma stranamente non vedo nessuno…Chiedo nel mio francese maldestro e mi dicono che studenti e insegnanti sono al “Video”…Video???
Scopro che in fondo all’atelier è stata predisposta un’aula con uno schermo/video dove gli studenti possono imparare come lavorare direttamente osservando un filmato…così si va avanti!
Il tempo corre e quando esco sono già le 11: è l’ora di pranzo per i bambini della scuola elementare. Vedo un fiume di piccolini in fila davanti alla mensa. Entro per fare qualche foto. Tutti rigorosamente all’ingresso si lavano le mani nei lavandini, sotto stretto controllo delle insegnanti…e dopo in fila per andare a prendere il loro piatto di riso e fave, per moltissimi di loro l’unico pasto della giornata. Ma anche qui, trovo una novità: il cemento del pavimento è stato sostituito da piastrelle, tavoli e panche sono a disposizione per poter comodamente ospitare i bimbi che mangiano…per loro è tantissimo, perché di solito a casa o fuori mangiano per terra!
E’ pomeriggio, il sole è caldo e vado con don Luciano fra le “case”, baracche di legno di qualche metro quadrato, della parrocchia…rivedo una povertà ancor più straziante di quella del 2007. Qui nulla è cambiato, o meglio non vedo nessun progresso nelle condizioni di vita delle persone, anzi…
La gente è ovunque, i bimbi sono spesso abbandonati a loro stessi in mezzo a fango e sporcizia, dove persino respirare mi sembra complicato…e come se non bastasse, il ciclone di quest’anno (40 giorni ininterrotti di pioggia, come per Noè) ha gettato nella miseria ancor più persone, seppellendo le baracche di acqua e fango…la vita qui è davvero un miracolo! Tutti cercano faticosamente di andare avanti, di trovare ciò che basta per sopravvivere oggi, domani ricomincia la battaglia…
E’ qui dove vivono i bambini e i ragazzi delle scuole di Anatihazo, è qui dove i nostri amici missionari vivono, gioiscono, soffrono e lottano insieme a questa gente per costruire un futuro migliore.
Diamo loro ancora una volta il nostro aiuto!